lunedì 26 marzo 2012

Fuori tema, qualcosa su di me

Raccolgo l'invito di Maura del blog Il Gatto parlante, che mi ha gentilmente passato il testimone di questa iniziativa sul raccontare qualcosa di sé. Mi sembra una cosa simpatica, dunque qui di seguito trovate in sette punti un po' di cose sul mio conto, nel caso qualche volta vi siate chiesti chi stia effettivamente dietro al topolino che è il logo di questo blog.

1. La mia mente elabora costantemente idee, riflessioni, progetti e sogni. Purtroppo la mia pigrizia congenita ci mette spesso lo zampino, rallentando la messa in pratica. Nonostante ciò, sono riconosciuta come una persona molto affidabile, se dico che faccio una cosa la faccio, non arrivo mai in ritardo (sono anche nata con un po' di anticipo, tanto per iniziare bene), allo studio fotografico lavoro con metodo e non perdo tempo.

2. Fil rouge della mia vita sono: un certo serpeggiante pessimismo cosmico, bilanciato però da un'incrollabile fede nel futuro; l'empatia nei confronti degli animali, da sempre nei miei pensieri; l'amore per la lettura e i grandi Autori che tanto ammiro; la curiosità insaziabile che mi spinge ad aprire sempre nuove porte e a cercare di scoprire il più possibile; un'immaginazione che ho imparato a tenere a freno, ma che è sempre pronta ogni volta che ne ho bisogno.

3. Da bambina inventavo moltissime storie (soprattutto saghe famigliari, con le Barbie, i Puffi, o anche con personaggi suggeritimi dalle splendide illustrazioni dei libri di fiabe) e mondi fantastici, che "arredavo" minuziosamente, e dove ho trascorso ore e ore della mia infanzia. Ancora oggi, qualche volta, mi sembra di avere un piede ben piantato qui, e l'altro appoggiato da qualche altra parte.

4. Sono appassionata di Formula 1. I week-end di gara, cascasse il mondo, devo essere sul divano davanti alla TV a seguire le gesta dei miei amati piloti. E a settembre spedizione a Monza a seguire dal vero le qualifiche, immersa nel rombo dei motori, nella folla di tifosi e nel sole ancora caldo, con i tappi ben piantati nelle orecchie, però, altrimenti perderei come minimo 10 decibel.

5. Contrasto la mia cronica angoscia di vivere con frivolezze del tipo: seguire la soap tedesca Tempesta d'Amore tutte le sere (non cominciate mai a guardarla o sarete accalappiati anche voi); fantasticare di una aimè improbabile cena sul lago di Como con Daniel Craig; scegliere con cura gli abiti per il giorno successivo; avere sempre del the freddo da sbevazzare; accumulare graziose "cianfrusaglie" che vanno da oggetti per la casa al collezionare i Carletti dei Sofficini Findus, al conservare delle torte finte utilizzate per delle foto; rinnovare di anno in anno l'abbonamento a Vogue Italia; farmi un giro al Paradiso delle Sorprese qui a Milano, negozio pieno di cose spesso superflue ma bellissime; mangiare un intero sacchetto di patatine a forma di orsetto. E mi fermo qui.

6. La mia vita ideale sarebbe passare una parte dell'anno in città, e l'altra parte, i mesi primaverili estivi, in montagna, in una baita, confortevole però, mica una stamberga :-). Non so ancora bene cosa ci farei, ma sicuramente ci sarebbero tanti animali che potrebbero vivere in pace la loro vita. Quando parlo della baita tutti sogghignano sempre. Ok, ho un aspetto cittadino, ma checché ne dicano mi adatterei benissimo alla vita di montagna, luogo che amo moltissimo, e occuparmi degli animali non mi ha mai disturbato, anzi. Comunque quella baita è un po' il mio rifugio dei sogni.

7. Ho sempre detestato la banalità, i luoghi comuni e le convenzioni sociali, perché penso che spesso non fanno altro che imprigionare le persone in stupidi schemi. E io ho sempre voluto essere libera, una persona che ragiona con la propria testa e che segue la propria strada.


Dopo avere saputo tutto ciò spero continuerete a leggermi :-)

Io un po' di anni fa.

venerdì 23 marzo 2012

Una storia d'amore

Oggi mi è capitato di sentirmi raccontare una cosa che mi ha profondamente colpito. E' la storia di due maiali, maschio e femmina, che vivevano insieme presso un contadino, o comunque uno che "tiene i maiali".
 C'erano anche altri maiali, ma loro due erano inseparabili.
Un giorno il contadino ha ammazzato la femmina praticamente sotto agli occhi del maschio. Che è morto di dolore, quello stesso giorno.

La persona che mi ha raccontato questo fatto, avvenuto vicino a casa sua, ha commentato: "Pensa che romantico!" e poi per pranzo si è mangiata pasta con pancetta.
Una storia terribile, e purtroppo solo una di innumerevoli vicende simili, che accadono ogni giorno dovunque degli animali vengono ammazzati, ma della maggior parte delle quali non avrò occasione di venire a conoscenza (e meglio così, da un certo punto di vista, perchè mi fa sempre male sentire della freddezza degli Uomini verso gli animali, e questo episodio ha davvero turbato la mia giornata, come un'ombra nel sole di marzo).
Una storia d'amore, e di morte.
Mi ha dato molto fastidio che sia stata raccontata come un semplice aneddoto, di cui sottolineare il romanticismo piuttosto che il dramma. E il solito commento retorico dei presenti, del tipo, eh sì, anche gli animali hanno dei sentimenti. Peccato che queste stesse persone continuino a mangiarle, queste creature dotate di sentimenti, e senza neanche, almeno apparentemente, il profondo disagio che ho avuto io nella mia vita di onnivora.
Ho provato talmente tanta tristezza e rabbia pensando alla vicenda di quei due poveri maiali che me ne sono stata per conto mio a mangiare la mia fetta di focaccia con le patate, a costo di apparire musona.
E' stato uno di quei momenti in cui mi sento molto sola davanti ad una massa di persone che non dico prendano queste cose con leggerezza, ma certamente senza quella partecipazione che sento io. Persone simpatiche, piacevoli, ma che accettano l'uccisione degli animali perché la ritengono ineluttabile, ed è per loro un breve pensiero triste da allontanare con un sospiro contrito.
Persone che amano certi animali ma che non condannano lo sfruttamento e la morte di altri.


Gli animali "da reddito" (come sempre, sottolineo quanto sia orribile questa espressione) non sono degli oggetti. Hanno dei sentimenti, una personalità, stabiliscono certamente delle amicizie con i loro simili, anche molto profonde, come questi due sventurati maiali.
Quando vengono ammazzati lasciano dietro di sé degli individui che sentiranno la loro mancanza. Che sapranno, senza ombra di dubbio, che non li rivedranno più perché quelle creature a due gambe hanno fatto ai loro amici qualcosa di terribile.
Dovremmo pensare anche a questo aspetto del dramma degli animali, aspetto che a mio modo di vedere getta ulteriori ombre sulla triste abitudine allo sfruttamento animale.
Davvero vogliamo continuare a mangiare creature che hanno avuto degli amici ? Creature che non chiedevano nulla se non vivere con questi amici la loro esistenza tranquilla, giorno dopo giorno, proprio come noi? Creature che hanno saputo amare, semplicemente, senza tutte le nostre complicazioni umane?

Mi chiedo quanto siamo ciechi per non vedere la mostruosità di tutto questo, e se saremo mai in grado di aprire finalmente gli occhi e il cuore.


mercoledì 7 marzo 2012

Come da un lontano pianeta

Un piccolo post dedicato a Emily e a Bruni che da tre anni sono entrate nella mia vita. Due signorine dalla faccina antica e aliena, che mi fanno sempre pensare che potrebbero essere giunte fin qui da qualche lontano pianeta.
Due tartarughe di terra, oggi sui sette anni, ragalateci da un amico di mio papà come ringraziamento per un programma per computer. Questo signore è un vero appassionato di tartarughe, e nel suo giardino ne ha circa trenta. La più vecchia, la capostipite, è grande almeno come un gatto.
All'inizio ero piuttosto perplessa di fronte alle due nuove arrivate. Non avevo mai avuto a che fare con dei rettili, e certamente Emily e Bruni sono molto diverse dai piccoli roditori dal morbido pelo a cui ero abituata. Sinceramente trovavo la loro faccina grinzosa piuttosto bruttarella, e facevo fatica a immaginarmi uno scambio di qualunque tipo con loro, tanto mi apparivano strane e poco espressive.
Ho cominciato ad osservarle, a stare un po' con loro in giardino, e ogni perplessità è svanita.
Vi regalo qualche istantanea di loro, in attesa dell'ormai prossimo risveglio dal letargo.

Emily e Bruni che avanzano come piccoli carri armati nell'erba, sempre avanti, caparbie; che mangiano di gusto il verde trifoglio; che vanno a fare un pisolino sotto alle azalee fiorite, mimetizzandosi nell'ombra; che si lasciano accarezzare la loro testolina rugosa; che sbadigliano mettendo in mostra quella loro lingua rosa come una Big Babol; che dormono sotto al castagno, piegando la testa sull'erba e distendendo tutte e quattro le loro robuste zampette (ah, se potessero uscire da quel guscio, non starebbero più comode?); che quando le si mette nella ex gabbia del coniglio, la sera, entrano filate nella loro casetta come auto in un box, e non ne escono che al mattino seguente, quando il sole torna a scaldare la terra, pronte per una nuova giornata nell'erba verde; che non si fanno problemi ad addentare le mie infradito e se non stessi attenta anche il mio stesso piede; che dormono nell'ombra della sedia sdraio mentre mi leggo un fumetto in un pomeriggio estivo; che hanno delle occhiaie incredibili dopo il loro lungo sonno invernale; che caratterialmente sono così diverse una dall'altra; che alzano la testa quando ci si rivolge a loro; che sono un manifesto vivente contro lo stress e la frenesia della vita contemporanea.

Emily e Bruni, che cosa avete sognato in questi mesi, nella vostra cassa di terra e foglie secche? Forse del tepore del sole, della terra e dei fili d'erba sotto alle vostre zampe robuste, e della pioggia d'estate sul vostro guscio. Vi aspetto.

Una delle due