mercoledì 18 gennaio 2012

Di una sera lontana

Quando avevo circa otto anni andai con i miei genitori in vacanza in Bretagna, nel nord della Francia, una regione bellissima che mi è rimasta nel cuore.
Un giorno raccolsi conchiglie su una di quelle spiagge rese immense dalla marea che si ritira, quando l'Atlantico è lontano all'orizzonte, prima che la legge immutabile della Natura lo riconduca verso la terra.
Più tardi, nel piccolo bungalow vicino al mare, scoprii tra le conchiglie raccolte un minuscolo granchietto. Sarà stato grande come la falange delle mie dita di bambina. Era così piccolo, perfetto e indifeso.
Dopo cena prendemmo il sentiero tra le dune che conduceva alla spiaggia. Era quel momento in cui l'aria e ogni cosa assumono una tonalità blu, quando non è ancora notte ma il giorno è già scivolato via. Non c'era nessuno tranne noi. Davanti ai nostri occhi l'immenso Atlantico lambiva la spiaggia.
Tenevo il minuscolo granchio chiuso nella mano.
Eravamo lì per riconsegnarlo al mare, ma per un momento pensai che non avrei avuto il coraggio di lasciarlo in quelle fredde acque scure.
Poi mi tolsi le scarpe e andai incontro alle onde, finché l'acqua mi arrivò alle ginocchia. Augurai al piccolo granchio che non gli accadesse nulla di male, che crescesse forte e che nessuno lo catturasse, poi mi chinai per appoggiarlo sotto la superficie dell'acqua, tra la sabbia sotto al mare.
Tornai dai miei genitori e mia mamma mi asciugò le gambe e i piedi gelati.
 Sapevo che il posto del granchio era il mare, che era nato per viverci, proprio come io ero nata per vivere sulla terraferma. Eppure avevo paura per lui, quel piccolo essere che per poche ore era stato con me e che avevo tenuto nella mia mano.
Forse a causa di quella paura per la sua sorte, e certamente per quell'addio, le lacrime mi rigavano silenziose le guance mentre sulla spiaggia solitaria scendeva la notte e tornavamo al bungalow.
Non ho mai dimenticato quella sera.
Chissà se il mio piccolo amico trovò la sua strada nell'Atlantico, come io ho forse faticosamente trovato la mia sulla terra.

11 commenti:

  1. Che racconto bellissimo. E che belle considerazioni che fai.

    Sicuramente a nessuno è dato conoscere e stabilire il destino di ogni creatura, ma hai fatto ciò che è stato giusto fare: lasciarlo libero di vivere la propria vita.

    Mi viene mente una delle scene più belle del cinema: quella di Rusty il Selvaggio di Coppola, in cui alcuni pesci chiusi dentro una vaschetta vengono liberati in mare; il film è in B/N, ma in quella scena i pesci sono a colori, come a dimostrare che finalmente in loro è tornata a circolare la vita vera.

    Mi piace molto questo tuo modo di raccontare aneddoti personali per poi giungere a considerazioni di carattere universale.

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    1. Grazie Biancaneve,
      mi fa molto piacere averti tra i miei lettori (pochi ma ottimi :) )

      Sai che Rusty il Selvaggio non mi è mai capitato di vederlo? Molto bella la scena che hai descritto... d'altra parte Coppola ha saputo fare dei grandi film, anche dal punto di vista puramente visivo. Apocalypse Now lo trovo straordinario soprattutto sotto questo aspetto.
      Un saluto :)

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  2. P.S.:
    In Bretagna sono stata anche io. Bellissima regione.
    Ricordo però tutti quei filari per la raccolta delle cozze, ostriche ecc.., molti tristi a pensarci oggi. All'epoca, parlo di più di ventanni fa, purtroppo ancora mangiavo pesce e carne.

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  3. ciao Martigot,grazie di essermi venuta a trovare!
    leggo i tuoi racconti cristallini e riesco a vedere ciò di cui narri...
    mi unisco al tuo viaggio, a presto!

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  4. Grazie a te Maura,
    benvenuta in questo mio piccolo blog :)

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  5. Grazie per questo bellissimo post...

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  6. Grazie a te de spin per averlo apprezzato e per leggermi :)

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  7. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  8. Scusami, perchè hai eliminato il mio commento? Come ci si fa a preoccupare di un calamaro e tollerare l' aborto di un feto che è l' essere più delicato e indifeso che c'è?
    Conseguentemente elimino anche il tuo commento dal mio blog.

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  9. L'ho eliminato perché non lo trovo inerente a questo post. Per questo ti ho risposto sul tuo blog, non volevo offenderti.
    Essendo questo uno spazio animalista, è di animalismo che parlo. Non vuol dire che non me ne importi niente degli esseri umani, e nello specifico dei bambini.
    Trovo che la sofferenza vada sempre combattuta, riguardi uomini o il più piccolo degli animali.
    Sul tema dell'aborto ti ho detto la mia opinione sul tuo blog.
    Senza rancore...

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