mercoledì 25 gennaio 2012

"Eliminate loro gli occhi...

...tagliate via la testa ed eliminate le interiora e le sacche d'inchiostro. Dopo averli accuratamente lavati sotto acqua corrente, staccate ai calamari i tentacoli e tritateli con una mezzaluna".
E' un estratto di una ricetta per preparare i calamari ripieni, in cui mi sono imbattuta scansionando delle pellicole di foto di food per l'archivio dello studio.
Mi chiedo talvolta che cosa penserebbe un alieno giunto sulla Terra da un lontano pianeta pacifico, vedendo le nostre abitudini culinarie. Leggendo ricette come questa che ho riportato, e come centinaia di altre in cui viene spiegato, ad esempio, come disossare un coniglio, o come bollire vivi dei crostacei, o come cucinare un fegato o altri organi di animali.
Penso che tutto questo, che nella maggior parte di noi non suscita alcuna particolare emozione, perché dopotutto è la tradizione, è l'abitudine, farebbe inorridire il nostro alieno gentile (certo, molte altre cose che accadono sul nostro pianeta gli farebbero lo stesso effetto).
Che razza di barbari sono, questi terrestri, si chiederebbe, che con tanta noncuranza e metodica abitudine allevano creature innocenti in condizioni spesso terribili, le ammazzano e sezionano i loro corpi per venderli poi come cibo?

Quell'imperativo, "eliminate gli occhi", è semplicemente orribile.
Gli occhi, attraverso cui spesso traspare la nostra essenza. Anche l'anima degli animali è leggibile nei loro occhi. Pensate allo sguardo dei cani, dei gatti, degli animali da fattoria, ma anche dei piccoli roditori e io credo anche delle creature del mare, se uno si prendesse la briga di guardarli bene.
Mi vengono in mente gli occhi di tutti gli animali macellati.
Dove vengono buttati? Chi può svolgere un compito simile e dirsi umano?
Quegli occhi ormai ciechi, che tanto orrore hanno dovuto vedere e nei quali nessuno ha mai voluto riconoscere un'anima.

7 commenti:

  1. Credi che l'essere che compie lo scempio avrebbe mai il coraggio di guardare dentro a quegli occhi?
    No, non sarebbe in grado di sostenerli, tanto vile e codardo è, capapce solo di pugnalare alle spalle!

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    1. Già. Immagino che se tutti possedessero un germe di sensibilità e compassione nessun animale verrebbe più ammazzato, perché nessuno se la sentirebbe di farlo.
      Ma se c'è chi uccide a sangue freddo un altro essere umano temo che ci saranno sempre persone che senza alcuna emozione uccideranno gli animali.
      E se anche li guardassero negli occhi, quegli animali, non vi scorgerebbero nulla, tanto il loro cuore intriso di specismo impedisce loro di vedere.

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  2. Da ragazzo facevo pesca subacquea. In apnea, con la fiocina. Infilzavo seppie, sogliole, e polipi. Con i polipi bisognava, appena infilzati, girargli la testa e strappargli via il dente.
    Ricordo come mi sentivo quando compievo quell'operazione. Mi sentivo un vigliacco e un assassino. Però lo facevo, così si doveva fare.
    Oggi a distanza di molti anni ricordo ancora quasi tutti gli animali che ho ucciso così barbaramente. Ancora oggi chiedo loro perdono.
    Svegliarsi dall'ipnosi e vedere che gli animali sono vivi, sensibili, intelligenti, pieni d'amore. Per me è accaduto spontaneamente, ma ci sono voluti parecchi anni purtroppo.
    Per il resto della mia vita non posso fare altro che continuare a tentare di far svegliare qualcun altro.
    Aprirsi all'amore per gli animali è aprirsi all'amore alla vita. E a se stessi.

    P.S. E se oggi mi capita di essere al mare, quale cosa più bella di fare apnea "armato" solo di maschera e pinne, e godere finalmente di tanta bellezza...

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    1. Hai detto bene, è proprio come se la maggior parte della gente vivesse in uno stato di ipnosi, riguardo alla condizione degli animali (ma non solo su questo, credo che siamo "ipnotizzati" su un sacco di altre questioni).
      Aprire veramente gli occhi e osservare le cose da un diverso punto di vista spesso non è automatico, tanto siamo imbevuti di antispecismo senza quasi neppure esserne consapevoli, fin da bambini.
      Io non ho mai ucciso nessun animale con le mie mani, ma li ho comunque mangiati per anni. Siamo tutti colpevoli nei loro confronti. Però si può cambiare.
      Mi viene in mente Tolstoj, che nella sua vita fu cacciatore per un periodo, ma divenne poi vegetariano e, direi, animalista. Ho letto che l'opera a lui più cara tra i suoi scritti era il "saggio" Contro la Caccia e il mangiar Carne, che Tolstoj poneva più in alto dei suoi grandissimi romanzi.
      Insomma, svegliarsi è sempre possibile. E cercare di farsi perdonare, con i mezzi che abbiamo.
      Ciao :)

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  3. Anche a me capita a volte di leggere (in internet) queste istruzioni per cuocere un animale, sventrarlo, decapitarlo, spellarlo e mi domando come chi scriva non si possa rendere conto dell'orrore che si cela dietro anche la semplice terminologia di queste azioni.

    La gente è talmente ipnotizzata, come dice de spin, da riuscire a maneggiare pezzi di animali morti, ancora caldi, con il sangue ancora caldo, come nulla fosse.

    Io ricordo una delle ultime volte che mangiai il pesce (circa cinque o sei anni fa): ero al ristorante (mai ho potuto maneggiare e cucinare io stessa un pesce morto crudo, infatti, mi faceva impressione, e pensa quanto potevo essere stronza ed ipocrita a mangiarlo: e anche io chiedo continuamente scusa a tutti gli animali per il mio passato da carnivora), chiesi al cameriere di portarmelo nel piatto giù pulito dalla lisca, spine e tutto; lui me lo portò pulito, ma, per guarnizione probabilmente, mi mise la testa vicino ai tranci già puliti. Io guardai questa testa, vidi la bocca aperta nello spasmo di morte, i dentini che si intravedevano, e poi gli occhi, quegli occhietti... non volevo più mangiarlo, poi il mio compagno, che era già vegetariano, mi disse: "no, tu ora l'hai ordinato e lo mangi, visto che una creatura è morta per soddisfare il tuo palato, fa che almeno non sia morta invano, non sprecare nulla" e così, controvoglia, lo mangiai. Quella fu l'ultima volta che mangiai un pesce. Poi per qualche tempo ho continuato saltuariamente a mangiare qualche vongola, cozza... ma alla fine ho smesso del tutto.
    Ecco, se c'è una cosa che mi fa tanta tanta rabbia è quando una persona ordina animali al ristorante e poi nemmeno li mangia, li lascia nel piatto. A quel punto sono proprio morti invano. Se uno è talmente inconsapevole ed insensibile da ordinarli, che almeno li mangi, come disse a me quel giorno il mio compagno.
    Poi quando scatta il rifiuto, se scatta, ben venga. E vorrei che avvenisse per tutto il mondo.

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  4. Per lavoro, trovandomi spesso a fotografare ricette o comunque cibarie, purtroppo mi sono spesso imbattuta in carni di vario genere. Fortunatamente da un po' di tempo ci commissionano quasi esclusivamente dolci, e ti posso assicurare che sono felice di dover fotografare, che so, una torta al cioccolato piuttosto che il cosciotto di qualche povera creatura.

    Confesso che ogni tanto mangio ancora del salmone, per pura golosità (sì, lo ammetto, sono golosa di salmone come lo può essere uno di quegli orsi che si vedono nei documentari, che se ne stanno in cima alla cascata ad aspettare al varco i poveri pesci), quindi ho ancora la mia dose di ipocrisia.
    Per il resto non mi manca per niente mangiare carne. Credevo che sarebbe stato più difficile, ma smettere non lo è stato affatto.

    Per tornare alle ricette e alla loro terminologia, è anche questo un esempio del nostro specismo, e di quanto esso sia radicato. Leggere certe ricette è in fondo un po' come leggere un romanzo dell'orrore, ma pochi lo percepiscono, tanto siamo ipnotizzati.

    Un saluto :)

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  5. Quando leggo queste "ricette" mi vengono le lacrime e il voltastomaco e passo sempre come una pazza.
    Sono digustose e la cosa che più mi terrorizza e dispiace e sapere che sono consuetudini della nostra società.
    Oramai il termiine "uccidere" cammina a braccietto con la parola "culinaria"... E quelli strani e diversi siamo noi.

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