domenica 15 gennaio 2012

Piccole considerazioni sull'expo cinofila di Milano

Ieri sono stata all'esposizione cinofila che si tiene ogni anno alla fiera di Milano.
Non ero mai stata ad un evento del genere, pur essendo da sempre interessata al mondo canino e alle caratteristiche delle varie razze.
Ho passato una piacevole mattinata girovagando tra la moltitudine di cani in attesa di presentarsi sui ring per il giudizio. Alcuni se ne stavano tranquilli nei loro box o sdraiatati ai piedi dei padroni, o si lasciavano pazientemente pettinare e acconciare per l'imminente competizione, come il chow-chow che vedete nella foto qui sotto. Altri, più bellicosi, scatenavano vere e proprie cagnare quando un altro cane aveva la malaugurata idea di avvicinare il naso al loro box. I vaporosi volpini erano naturalmente in prima linea in questo tipo di attività.
Ho assistito ad alcune gare di agility, dove, oltre a dispiacermi per l'eliminazione di alcuni binomi (così vengono definiti il cane e il suo conduttore in questa disciplina) ho anche notato quanto effettivamente cane e padrone si assomiglino fisicamente.
Cosa che ho notato anche durante l'esibizione di alcuni rappresentanti dell'Unità Cinofila di Soccorso, dove ogni cane aveva qualcosa del proprio umano, e viceversa. Sentiti applausi per questi cani che tanto aiuto ci danno durante le catastrofi e per la ricerca di persone scomparse.
Ho avuto anche modo di vedere in carne e ossa uno dei cani per me più belli, il Cirneco dell'Etna, un cane tipo levriero e dall'aspetto egizio. Ogni razza comunque è interessante e rappresenta un universo da scoprire.

Questa fiera mi ha anche però fatto pensare, ancora una volta, a quanto il nostro mondo sia pieno di contraddizioni. Mentre all'expo cinofila si celebrano le razze più apprezzate, conosciute e "nobili", e si vendono un sacco di accessori e cibi per i quattrozampe fortunati, i canili sono pieni di cani abbandonati, o randagi dalla nascita, ognuno con la sua storia di sofferenza sulle spalle. Molti di loro moriranno dietro le sbarre di un freddo box, senza aver conosciuto il calore di una famiglia. Tanti cani vivono randagi, in Italia soprattutto nel sud, finendo spesso vittime della stupida crudeltà di alcuni esponenti del genere umano.
Sempre in tema di esposizioni di animali, la scorsa settimana se ne è tenuta una di conigli, in Svizzera. In tv ho visto i dolci, batuffolosi coniglietti, con il loro bel pelo lucido e quell'adorabile musino. Bellissimo.
Ma come dimenticare che migliaia e migliaia di loro fratelli vengono invece ammazzati per finire nel nostro piatto o vengono destinati ai laboratori di ricerca?
Strano mondo, il nostro, in cui tanto arbitrariamente decidiamo chi può vivere ed essere coccolato e amato e chi invece è destinato a morire per nostra mano, escluso da qualsiasi sentimento di affetto.

Ben vengano le celebrazioni dei nostri meravigliosi amici animali e delle loro molte varietà, ma che non ci si dimentichi di tutti gli altri, e che non si cada nel terribile errore di credere che vi siano animali di serie A e animali di serie B.

Cirneco dell'Etna e il batuffoloso Chow Chow

6 commenti:

  1. due anni fa mi è successo di aspettare un po' più a lungo un traghetto che da messina ci portasse a reggio calabria: in quell'oretta ho potuto notare quanti cani vivano intorno all'area imbarco!
    al sud la situazione temo sia disperata, i canili spesso sono canili fantasma, quindi ai cani non resta che dormire per strada e a sperare nel buon cuore dei negozianti o nelle vecchine che portano loro da mangiare. se ripenso a quanti cani scheletrici ho visto per strada mi si spezza il cuore.
    poi vicino al mio ufficio c'è un negozio in cui vendono collari con swarowski.
    quindi spesso la stessa specie produce animali di serie A e animali di serie B. che rabbia!!!

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  2. Sì, di recente ho letto di destini particolarmente terribili di tanti poveri randagi del sud...
    In generale direi che purtroppo gli esseri umani hanno un atteggiamento che definirei schizofrenico nei confronti degli animali, come scrivevo nel post. E non solo verso gli animali, anche verso altri esseri umani. Quindi temo che la strada verso il rispetto e l'uguaglianza sia davvero ancora molto molto lunga...

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  3. Io sono contraria a queste manifestazioni, gare di bellezza, agility ecc. perché ancora una volta confermano l'uso strumentale dell'animale, visto come un "qualcosa" da esibire, da mostrare, di cui andar fieri; sono manifestazioni organizzate esclusivamente in funzione dei proprietari stessi più che dei "loro" cani".
    Inoltre per far nascere cani che corrispondano in pieno ai requisiti necessari per poterli esibire come esemplari di una specifica razza si rendono necessarie delle selezioni continue, selezioni che a lungo andare causano la trasmissione genetica di determinate malattie o anche di piccoli difetti o debolezze congenite che però, nella riproduzione coatta e continua, alla lunga finiscono per far nascere esemplari sempre più delicati e soggetti ad ammalarsi.
    Il perfezionamento di una razza è eugenetica, c'è poco da fare.
    Non mi piace il commercio che c'è dietro, il business insomma.
    Già trovo stupide le gare di bellezza femminile, ma almeno lì è la ragazza che di sua spontanea volontà decide o meno di parteciparvi, figuriamoci quelle in cui questi animali sono costretti dai loro proprietari ad esibirsi, a fare cose che non vorrebbero ecc..
    Alcuni anni fa andai invece ad una mostra felina - mi piacciono i gatti pensai, andiamo a vedere di che si tratta - e il risultato fu che mi venne una tristezza infinita che confermò la mia contrarietà verso questi eventi: tutti questi gatti stressati, impauriti, costretti ad essere manipolati, toccati, fotografati, in un capannone pieno di rumori, gente, bambini che urlavano e volevano toccarli... ripeto, mi fecero una pena terribile.
    Se si amano gli animali non è necessario farsi il cane o il gatto di razza.
    Lo dico anche a me stessa che pure ho un jack russell, ma lo presi da un signore che conoscevo che ha un maschio ed una femmina e li aveva fatti riprodurre, e fu un caso, diciamo una serie di coincidenze fortuite - che sarebbe troppo lungo ora raccontare - che mi condussero, più di nove anni fa, a quella decisione. Oggi probabilmente, con la sensibilità che ho acquisito nel corso degli anni, agirei diversamente. Mai e poi mai prenderei un cane di razza, ma andrei a cercarne uno bisognoso in un canile. Che poi certo, anche nel canile si può trovare il cagnetto di razza abbandonato, ma quello è un altro discorso.
    Insomma, quello che intendo dire è che con tutti i cani sofferenti, soli, abbandonati, in cerca di famiglia che ci sono, possibile che ancora invece ci siano persone che pensino alla gara di bellezza e all'agility e agli standard di razza, ai requisti per essere un campione di razza ecc.. Ci può essere, ma chiamiamo le cose con il loro nome: business e non amore per gli animali. Eugenetica e specismo ancora una volta, ove alcuni esemplari, sulla base di determinati parametri atti a definire uno standard, vengono ritenuti più belli e migliori di altri.
    Io ora ho capito che anche manifestazioni del genere, apparentemente innocue, ingenue, dove comunque gli animali immagino siano amatissimi dai loro proprietari, devono essere combattute e disincentivate, infatti non ci andrò mai più. Così come non vado negli zoo, acquari ecc.

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    1. Cara Biancaneve, meglio che io taccia degli almeno tre cani di razza che spero di riuscire a prendere nel corso della mia vita o temo che non mi leggerai più :)
      Condivido quello che dici, soprattutto sull'andare ad adottare un cane bisognoso, e sappiamo purtroppo quanti ce ne sono, invece che acquistarne uno di con pedigree.
      Per esempio, qualche settimana fa ho letto sul sito Ilcercapadrone di un cagnetto che vive nel sud, randagio, pieno di pulci, che spesso viene maltrattato e allontanato da gente senza cuore. Ti assicuro che se avessi le condizioni per potermi occupare di lui me lo sarei andata a prendere, tanto la sua storia mi ha toccata e tanto trovo odioso infierire su esseri indifesi.
      Allo stesso tempo ammetto di essere molto affascinata da certe razze, come i levrieri, o il cirneco dell'Etna, o il dobermann, per la loro bellezza e il loro carattere. Immagino che sia la mia parte frivola, la stessa che mi ha fatto comunque apprezzare l'esposizione, o che, per dire, mi fa rinnovare l'abbonamento a Vogue Italia :)
      Un mio sogno sarebbe avere almeno due cani, uno di razza e un trovatello.
      Fermo restando, come ho scritto nel post, che anch'io trovo stridente il contrasto tra l'ambiente delle mostre di animali, con tutto il loro business, e le condizioni in cui allo stesso tempo facciamo vivere migliaia e migliaia di rappresentanti di quelle stesse specie.

      Sui partecipanti a queste mostre, io credo che la maggior parte degli allevatori amino i propri cani, penso che lo facciano per passione, così come le persone che con il loro quattrozampe si cimentano nell'agility. Anche perché immagino sia impegnativo preparare il cane a queste competizioni, dunque o ti piace farlo o molli tutto.
      A me piace pensare che sia un lavorare insieme, momenti da condividere con il proprio amico peloso, non solo per esibirlo, ma per divertirsi insieme.
      Sulla selezione genetica per migliorare le razze, certamente è facile eccedere, per esempio il bassethound, poveraccio, finalmente hanno capito che abbassarlo sempre di più, tanto che si calpestava le orecchie mentre camminava, oltre a ben più gravi problemi motori, non era stata una bella cosa. O che il dobermann con sfumature blu quasi sempre presentava un danno collaterale che ora non ricordo.
      Insomma, anche qui non bisogna farsi prendere da manie di onnipotenza. Però, secondo me, incrociare con cognizione di causa, sempre mettendo al primo posto la salute degli animali, bé, non la vedo una cosa riprovevole.
      Io per esempio, dopo la mia esperienza con l'abominevole Polly, cercherei di produrre terranova privi di bava :) scherzo!
      Un saluto

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  4. Ma no, non è che io ce l'abbia con quelli che amano una precisa razza e decidono di prenderla, ripeto, io stessa ho un jack russell, solo trovo che sia ingiusto dare tanta importanza a certi eventi per poi lasciar morire milioni di cani nei canili (non mi riferisco a te, parlo in generale).
    Il mio discorso è che andrebbe diffusa una cultura diversa, quella in cui si incentiva appunto il recupero dei randagi e pian piano si smette del tutto il commercio degli animali. Penso, nello specifico, al commercio nei negozi dove spesso vengono acquistati cani provenienti dalla Romania o da altri paesi, tolti alla madre prima del tempo, fatti viaggiare per giorni in condizioni pietose... .
    Poi per carità, in generale l'allevatore ama moltissimo il proprio cane, però dietro c'è comunque una forma di commercio che discende sempre dalla solita visione specista, per cui un cane può essere allevato e venduto. E' diverso ovviamente dall'allevamento ai fini della produzione di carne, per carità, questo non lo metto in dubbio, ma c'è sempre una sottile delegittimazione dell'animale in quanto essere libero, che in nessun modo dovrebbe essere fatto oggetto di transazione.
    Questo il mio pensiero in teoria. Poi ci sono le eccezioni. Capisco l'allevatore per passione, perché proprio ama quel tipo di cane, e poi il conoscente che decide di prendere un cucciolo.
    Io però continuo a sognare un mondo in cui animali e persone vivano liberi, liberi di scegliersi se diventare amici o meno. Un'utopia probabilmente, visto che anche le persone non sono poi così libere come credono e pretendono di essere. ;-)

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  5. sono pienamente d'accordo con te, Biancaneve!

    Martigot, penso sia normale avere una qualche razza preferita.. ad esempio io adoro i rottweiler, e mi piace molto il pastore tedesco (forse perchè uno dei miei cani ci assomiglia ;)), e sicuramente qualche razza la sto dimenticando.. però il ricercarne uno in particolare dovrebbe essere l'eccezione e non la regola.
    chi porta il proprio cane a queste mostre lo ama sicuramente, ma dovrebbe chiedersi se magari lui non preferirebbe essere al fiume a rincorrere pietre.
    non so come definirlo, ma non mi sembra un amore tanto "sano"..

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