domenica 26 febbraio 2012

Eppur la nostra idea è solo idea d'amor

Fin da piccola ho amato gli animali e ho sofferto per le crudeltà inflitte loro dall'Uomo vuoi per una presunta necessità, o per ingordigia,  o per divertimento, o per puro sadismo.
Ho sempre avuto la sensazione che qualcosa non quadrasse in questo sistematico utilizzare due pesi e due misure, una per gli umani e una diversa per tutte le altre specie, come se gli animali fossero al mondo soprattutto per soddisfare i nostri bisogni e noi potessimo legittimamente decidere ed usufruire della loro vita e della loro morte.
Crescendo ho inevitabilmente appreso sempre maggiori dettagli terribili sulla sorte riservata a tanti e tanti animali. Come se avessi aperto una porta su una realtà parallela fatta di sistematici soprusi e orrori, in cui milioni di esseri viventi sono condannati a perdersi, mentre noi, appartenenti alla specie dominante, viviamo tranquilli e sicuri nelle nostre confortevoli case, liberi di decidere della nostra esistenza e di muoverci a nostro piacimento e di dedicarci alle nostre attività quotidiane.
E loro? Imprigionati e costretti a vivere in condizioni innaturali; ridotti a macchine da spremere il più possibile e poi, una volta esaurite, da eliminare senza tanti complimenti; fatti nascere con l'unico scopo di venire uccisi e smembrati per finire sulle nostre tavole e nel nostro stomaco; catturati, strappati al loro habitat sempre per finire nella nostra padella; considerati modelli su cui sperimentare qualsiasi cosa; condannati a torture folcloristiche travestite da irrinunciabili tradizioni; privati delle loro candide piume o della loro bella pelliccia con metodi brutali; rimossi dalla nostra coscienza.
Non vi sono giustificazioni a tutto questo. Perché gli animali, tutti gli animali, non soltanto il nostro cane o il nostro gatto, sono esseri senzienti. Non sono oggetti inanimati. Sono creature di carne e di sangue, come noi. Hanno un cervello, come noi. Provano emozioni, come noi. Ognuno di loro, sia anche il più piccolo pesce del mare o una minuscola laboriosa formichina, è un essere unico e irripetibile proprio come ogni individuo umano.
Soltanto, gli animali non possono parlare. O meglio, non con il nostro linguaggio. Questo li rende estremamente indifesi. Penso che chiunque possieda un minimo di sensibilità dovrebbe impegnarsi a parlare per loro, dando voce alla sofferenza e alla rassegnazione che traspaiono dai loro occhi stanchi.
"Il compito più alto dell'uomo è sottrarre gli animali alla crudeltà", diceva Emile Zola.
Chi più di un animale è inerme e in nostra balia?

Alla luce di tutto ciò, l'antispecista è un fanatico invasato? Una persona che ingigantisce un problema, che tra l'altro spesso non pare neanche essere tale? Un sognatore che spreca solo il proprio tempo? Per certe persone parrebbe di sì.
Io allora chiedo a tutti, che cosa c'è di sbagliato nel desiderare una vita degna di questo nome per gli animali sfruttati, e nel battersi perché questo avvenga? Può mai essere eccessivo lo sforzo per affrancare una vita dalla sofferenza e dalla schiavitù, per portare sollievo e un po' di serenità là dove c'è stata sempre una fredda noncuranza? E' un reato voler costruire una società diversa, basata sul rispetto per ogni vita, umana e animale?
O ancora, è un criminale un attivista che libera degli animali da un laboratorio di ricerca o da un allevamento intensivo, per salvarli dal dolore e dalla morte? Certo, compiendo questo atto va contro la legge. Forse però c'è da chiedersi se criminale non sia piuttosto una legge che consente la vivisezione e l'allevamento di animali a scopi alimentari.
La violenza di cui vengono talvolta accusati gli antispecisti non appartiene piuttosto alla società specista, dove sistematicamente, ogni giorno, milioni di animali nel mondo vengono ammazzati nei macelli? O dove si esalta la "poesia" di una tradizione barbara come la corrida? O dove sull'altare della scienza si sacrificano innumerevoli vite?
Non vi sono reali giustificazioni a tutto questo, per quanto si cerchino. Soltanto scuse. Soltanto una triste abitudine. Perché fare del male, infliggere ad un essere senziente sofferenza fisica e psichica, é sempre sbagliato, e non occorre essere un genio per rendersene conto. Giusto un po' di compassione e di buon senso, che chiunque non sia davvero inaridito e cieco può trovare dentro di sè.





Il titolo di questo post è una frase tratta dalla celebre canzone anarchica Addio Lugano bella.

                                    " ed è per voi sfruttati, per voi lavoratori,
                                     che siamo incatenati al par dei malfattori
                                     eppur la nostra idea è solo idea d'amor
                                      eppur la nostra idea è solo idea d'amor"

                       
Parole che mi ricordano molto il modo in cui troppo spesso vengono percepiti gli antispecisti e frainteso il loro pensiero.








 

12 commenti:

  1. Siamo noi che dobbiamo dar voce a chi voce non ha.
    La società in cui viviamo ci propone improbabili modelli da cui noi menti libere ci siamo ben presto liberate, dopo un percorso più o meno lungo, secondo le nostre personali esperienze.
    Io la chiamo "consapevolezza globale" e ti garantisco che sono sempre più le persone che mi circondano che si stanno distaccando da quei falsi modelli che magari inconsciamente per anni hanno seguito, per abitudine magari.
    Dobbiamo difendere gli indifesi, difenderli dalle persone ignoranti che si arrogano il diritto di poter disporre delle loro esistenze.
    E di esempi ne abbiamo a mille, purtroppo, non ultimo la nauseante mattanza dei randagi in Ucraina!
    Teniamo sempre la guardia alta, continuiamo a denunciare qualsiasi soppruso, aderendo alle petizioni, parlandone, scrivendone...
    DIAMO VOCE A CHI NON CE L'HA!

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    1. Io spero davvero che sempre più persone aprano gli occhi su tutto questo. Come ho scritto tempo fa, per la mia personale esperienza la maggior parte della gente possiede una sensibilità verso la questione animale, solo che semplicemente spesso non le dà molto peso, schiacciata dallo specismo che impregna la nostra società. Ma basta in fondo un piccolo sforzo e la benda dagli occhi cadrà per sempre.
      Speriamo davvero, solo così i nostri amici animali potranno vivere finalmente come meritano :-)

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  2. Bellissimo post Martigot.
    Ma ovviamente per certa gente noi saremmo solo o dei fanatici verbalmente violenti (intimamente fascisti) o, in alternativa, degli sdolcinati melensi che parlano d'amore senza nemmeno sapere cosa esso sia (e invece chi asserisce "amo il maiale per la sua carne gustosa" sicuramente ne saprà più di noi...).

    Andiamo avanti per la nostra strada, che è quella di dare voce a chi non ce l'ha e di lottare per porre fino a questo gigantesco Olocausto invisibile (o meglio, sarebbe sotto gli occhi di tutti, ma molta gente preferisce voltarsi dall'altra parte) che è lo sfruttamento degli animali.

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  3. Purtroppo il termine "amore" non è che una parola come un'altra. Il termine può variare a seconda della persona e in base al concetto che questa ha del valore di amore.
    Per me amare significa lasciare libero e provare quel sentimento strano che ti rende felice.
    Per altri è sentire sotto i denti la creatura amata.
    Ma quello non è l'amore del cuore, è l' "amore" dello stomaco... ma vaglielo a spiegare a loro.

    @Biancaneve: leggere che siamo intimamente fascisti mi ha fatto incazzare da morire. Non mi piace quando si mette di mezzo la politica con un discorso che con la politica non c'entra nulla. Veramente, quell'uomo è uno stolto.

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    1. Anche a me Volpina,
      anche perché ritengo che per amare (nel senso profondo ed autentico del termine) e rispettare gli animali non sia necessario avere la tessera di nessun partito.

      Poi certo che se mi dai delle fascista, allora rispondo... facendo vedere quanto sia paradossale dare del fascista ad un antispecista e quanto invece sia termine più appropriato per chi sfrutta, schiavizza ed uccide altri esseri senzienti quali sono gli animali. ;-)

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    2. P.S.:
      dare DEL fascista (scusate il refuso di cui sopra)

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    3. Concordo, naturalmente. Si potranno dire molte cose degli antispecisti, ma accostarli al fascismo mi sembra veramente una cosa priva di fondamento e quantomeno paradossale, come dici giustamente tu.

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  4. Splendido post, grazie.
    E' bello iniziare il lunedì così.

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    1. Grazie, mi fa piacere che tu l'abbia apprezzato :-)
      Speriamo però venga un giorno in cui non sarà più necessario ribadire certe cose, perché saranno ormai accettate e condivise dalla grande maggioranza delle persone...

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  5. Certo che verrà quel giorno, ne sono certa Martigot!
    Nel frattempo però non stanchiamoci mai di combattere certi personaggi che usano terminologie fuori luogo, il più delle volte senza comprenderne realmente il significato.
    Buona settimana a te ed alla compagnia!

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  6. Ciao Martigot, Per prima cosa SCUSA!
    Trovo solo oggi il tuo post, non chiedermi perchè ma blogger lo aveva messo tra quelli in attesa di moderazione,cartella sempre vuota che io non guardo non essendo il mio blog moderato ma aperto a qualsiasi commento. l'ho subito pubblicato.
    Non entro nella vostra analisi sull'antspecismo in quanto non mi ritengo abbastanza informata per farlo, ho alcune idee mie ma valgono solo per quel che sono: opinioni personali.
    Sono prevalentemente vegetariana, ma qualche volta all'anno un po' di carne entra nella mia dieta, latte e formaggi, uova, ma sempre in modo piuttosto limitato. In linea di massima autoproduco il mio cibo nel campo che con il mio compagno coltiviamo, non teniamo animali per cibarcene, ma capisco chi nelle culture rurali e contadine lo fa.
    Secondo me uno dei problemi principali legati al benessere animale nasce dall'urbanizzazione delle persone che vivendo completamente scollegate dai ritmi della natura, considerano la fettina come un qualsiasi altro prodotto, cosa che non è.
    E' il frutto di una vita che viene tolta per il nostro nutrimento e come tale andrebbe considerata. Non posso pretendere che tutti diventino vegetariani ma che tutti siano coscienti del sacrificio che il non esserlo richiede, ecco questo si lo vorrei.
    Il problema principale mi pare insito nell'industrializzazione della produzione animale che pone gli animali in condizione di diventare solo merce e deresponsabilizza gli umani.
    Credo che se più persone si rendessero conto che il loro filettino di vitello era un animaletto da latte che cercava la madre e mugghiava disperato quando le è stato sottratto per terminare l'ingrasso in batteria e venir poi soppresso, che qualsiasi soppressione non è mai indolore e asettica ma sempre "dolore sangue ed escrementi" allora forse il consumo di risorse animali avverrebbe in modo più "ecologico" senza sprecare un intero animale per usar solo le parti di pregio e gettare il resto, senza volere la fettina tutti giorni ma tre volte all'anno come avviene nelle culture contadine che autoproducono il proprio cibo.

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    1. Ciao Vera, non ti preoccupare :-)

      E' vero, oggi la maggior parte della gente è, diciamo, iper civilizzata, e gli animali che mangia, da vivi li vede molto raramente. Questo aumenta sicuramente il distacco tra le specie e la difficoltà a collegare come dici tu il prelibato filetto che ci si trova nel piatto al vitellino cui quel pezzo di carne apparteneva.
      Personalmente non ritengo davvero migliori i contadini, però, perché pur vivendo a stretto contatto con gli animali e stabilendo suppongo un rapporto con loro, e garantendo loro un'esistenza certamente più confortevole rispetto ad un allevamento intensivo, li uccidono comunque. Questa è una cosa che personalmente non riesco proprio a capire, sarebbe come uccidere, che so, il mio gatto. Allevare un essere vivente e condividere dei momenti insieme sapendo che lo si destinerà a diventare un arrosto mi sembra grottesco.
      Questa è la mia opinione, ma rispetto la tua e ti ringrazio della visita :-)

      un saluto

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