domenica 20 maggio 2012

A proposito di San Francesco, o la fede in un'idea

Dedico questo post a Francesco d'Assisi, la cui figura mi ha sempre interessata, soprattutto a causa del mio amore per gli animali.  Trovare un santo che aveva considerazione anche per loro, oltre che una cosa rara, è un piccolo sollievo.
Al liceo mi imbattei per la prima volta ne Il Cantico delle Creature, un testo bellissimo a prescindere dalla sua connotazione religiosa, un'opera che ho sempre trovato commovente nel suo elogio all'armonia del mondo, al rispetto per esso e all'accettazione del corso dell'esistenza, accettazione non passiva, ma, piuttosto, serena.
In seguito ho letto un libro su san Francesco, sperando di trovare qualche notizia che potesse darmi un'idea più precisa di quella che era stata la sua vita. Ma era un libro incentrato sulla ricerca storica, e sulle sue problematiche nel caso specifico del santo di Assisi, e non mi ha granché soddisfatta.
Certo mi rendo conto che non sia semplice trovare notizie certe su persone vissute secoli fa, e penso che la loro vita rimarrà sempre come avvolta da una nebbia che impedisce una visione chiara. Ma forse questo è vero in parte anche nel nostro mondo globalizzato.
Ad ogni modo, Francesco è rimasto nella mia mente l'uomo raffigurato nei dipinti e nel nostro immaginario, circondato dagli animali, che lo guardano con la stessa benevolenza con cui lui guarda loro.

Ho letto opinioni contrastanti su di lui. Alcuni sostengono che non fosse l'amore per gli animali a spingerlo, in realtà, ma soltanto la Fede. Se non erro, Francesco fu il primo a ricevere le stigmate, a quanto si sa, dunque la Fede era certamente molto viva in lui, al punto da manifestarsi appunto anche attraverso segni fisici (cosa, tra parentesi, che ho sempre trovato piuttosto inquietante, ma questa è un'altra questione).
Personalmente non credo sia davvero importante stabilire che lui sia stato in parte un animalista ante litteram o essenzialmente un uomo che aveva votato la propria vita a Dio, e che in questa ottica predicava l'amore universale. Checché ne dicano alcuni, che ridimensionano radicalmente l'animalismo di Francesco (con a mio avviso una punta di soddisfazione, come a dire, voi animalisti vi illudete se pensate di aver trovato in lui un sostenitore della vostra causa, è soltanto suggestione), il poverello di Assisi è divenuto un simbolo della fratellanza estesa a tutte le creature, depositario di un messaggio positivo di sobrietà e rispetto che rimane luminoso ancora oggi.
La sua fama  è forse superiore ai suoi reali meriti, ma questo non lo sminuisce.
L'Idea di San Francesco rimane fulgida, offuscando può darsi le zone d'ombra che potrebbe avere avuto, come la maggior parte degli esseri umani.

Io penso che se Francesco vivesse oggi, e vedesse l'orrore sistematico che riserviamo agli animali, ci indurrebbe a rifiutare tutta questa sofferenza.
Il suo cantico sarebbe allora anche per tutte le vittime dei macelli, dei laboratori di ricerca, della crudeltà inflitta alle bestie per divertimento e abitudine.
Sono sicura che lui starebbe dalla parte degli animali sfruttati e offesi, come starebbe accanto agli ultimi della terra.
Se possedessi il talento di un grande pittore, mi piacerebbe raffigurare Francesco nelle vesti di un uomo di oggi, semplice, seduto tra gli animali più sfruttati, una mucca, un maiale, alcune galline, nel palmo di una mano un piccolo topo da laboratorio e un coniglio tenuto nell'incavo dell'altro braccio; ai suoi piedi alcuni ratti, un vitellino e un capretto che fanno capolino da dietro la sua schiena.
Un uomo dallo sguardo limpido, depositario di un messaggio d'amore a cui molti, buona parte della Chiesa compresa, guardano purtroppo con un certo sconcerto, forse perché troppo disarmante, troppo estremo per un mondo in cui troppo spesso si predica bene ma si razzola male.

In conclusione, al di là della mitizzazione operata probabilmente intorno alla figura di san Francesco, penso che dovremmo trattenere di lui l'essenza pacifica e positiva che lo ha caratterizzato.
La fede in un'idea di compassione e di amore capace di abbracciare soprattutto i più deboli e indifesi, umani e animali, al di là delle zone d'ombra di quest'uomo, al di là della sua devozione assoluta a Dio, al di là delle sue motivazioni indissolubilmente legate alla religione.
La fede in un'idea che si fa laica e rimane attuale, alla portata di tutti noi, uomini e donne degli anni duemila.

" Gli uomini che escludono dal rifugio della compassione e della pietà una qualsiasi tra le creature di Dio, si comporteranno allo stesso modo con i propri simili"

                          Francesco d'Assisi











7 commenti:

  1. Ciao, Martigot cara.
    Sei una persona estremamente sensibile e profonda.
    Quando ero piccola facevo parte di una corale e mi ricordo ancora quanto mi avesse affascinato il testo de "il cantico delle creature" e del messaggio che racchiudeva: fratellanza tra l'uomo e tutto il creato!
    San Francesco ha espresso in questa preghiera una visione quanto mai positiva della natura, visione che l'uomo "moderno" ha completamente sconvolto, violentando quanto di meraviglioso gli era stato donato.
    Abbiamo già imboccato la-via-del-non-rotorno?
    Un abbraccio.

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    1. Cara Maura, effettivamente quello che combiniamo su questo nostro pianeta è spesso riprovevole, per non dire altro.
      Chissà, magari in questo fatidico dicembre 2012 la profezia dei Maya anziché l'apocalisse (che tutto sommato mi farebbe un po' girare le scatole eh eh eh) ci porterà un cambiamento positivo, un'era più improntata al rispetto e alla fratellanza per tutti gli abitanti della Terra, e per la Terra stessa :-)
      Ma probabilmente continueremo a combinarne di cotte e di crude, tanto per cambiare...

      un abbraccio a te

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  2. Ritorno, in tutti i sensi...
    scusa l'errore di battitura, ma a quest'ora sono un poco fusa.

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  3. Una riflessione molto profonda, la chiesa e i credenti, dovrebbero prendere spunto da questo, invece a quanto pare non considerano minimamente tutto il concetto di amore esteso a quello che ci circonda...in realtà, nemmeno considerano il pensiero "ama il prossimo tuo come te stesso"...forse perchè per primi non amano se stessi, conseguentemente riempiono di odio anche tutto quello che li circonda. Io non sono credente, ma sono certa che san francesco fosse davvero una bella persona, animalista o no, rispecchia esattamente il mio pensiero.
    Ti abbraccio

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    1. Ciao Dany, hai ragione, san Francesco è un buon esempio per tutti :-)
      Se non sbaglio la Chiesa fu spesso critica e diffidente nei suoi confronti, probabilmente perché era uno dei pochi a vivere davvero secondo il pensiero cristiano autentico, che la Chiesa aveva già allora abbandonato, ben più attratta da ricchezze e potere.

      Ricambio l'abbraccio :-)

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  4. Bellissimo post Martigot!

    Comunque gli animali, San Francesco a parte, sono presenti in tutta l'iconografia classica religiosa, basti pensare anche solo alla natività in cui il bue e l'asinello non mancano mai. In molti dipinti del trecento e quattrocento ed anche più tardi Gesù bambino è spesso raffigurato nell'atto di guardare o indicare un uccellino oppure ai suoi piedi non è raro trovare agnelli e pecore.
    Ora, simbolismo a parte, è chiaro che gli animali hanno un loro posto in tante raffigurazioni. Mi domando allora come sia possibile non avvertire lo stridore e la distanza incolmabili che ci sono tra questi ideali religiosi di accoglimento ed amore e l'uso strumentale che l'uomo attua oggi sugli animali.
    Un saluto, buona giornata. :-)

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    1. E' vero, e questa iconografia in fondo ci dimostra quanto gli animali siano presenti, e importanti per la nostra stessa storia. Vivono come noi su questa terra, molti a stretto contatto con gli esseri umani.
      Sarebbe ora di rivalutare finalmente la dignità della loro vita, conferendole il semplice rispetto che merita.

      un saluto a te Biancaneve :-)

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