mercoledì 21 dicembre 2011

Un Natale anche per loro

Ci siamo quasi, tra pochi giorni sarà di nuovo Natale. E come ogni anno, in TV, tra alberi addobbati e lustrini, imperversano immagini di tavole imbandite, e di allegri cuochi e rinomati chef che mostrano le loro creazioni. E poi le trasmissioni di intrattenimento e i telegiornali dedicheranno servizi ai vari pranzi e cenoni, dove non mancheranno i grandi classici, in un tripudio di cotechino, zampone, anguille in umido, tacchini, e via dicendo, nella ricetta tradizionale oppure rivisitata.
E poi sono certa di rivedere presto scene di mercati in cui la gente va a fare la spesa per i giorni di festa, dove si vendono allegramente pesci e crostacei vivi, strappati al loro mondo sottomarino per finire in una tinozza su una bancarella, fino al momento della consegna ai clienti, che in queste sfortunate creature del mare non vedono altro che una parte del loro pranzo natalizio.
Lo scorso anno stavo appunto vedendo una scena del genere in televisione, e mi sono chiesta ancora una volta come sia possibile questa indifferenza, questo commercio noncurante di esseri viventi. Come sia possibile accettarlo e consumarlo come un semplice dato di fatto.
Stessa cosa naturalmente per tutti gli altri animali uccisi anche in questo periodo per finire sulla nostra tavola della feste. Ricordo ad esempio un rinomato chef che spiegava come cuocere una testa di bovino per una carrellata di bolliti.
"Bisogna lasciarle il tempo di cuocere, questi sono animali di cinque anni" diceva.
Non è orribile disporre con tanta noncurante arroganza della vita di esseri viventi?

Ancora di più a Natale, che dovrebbe essere un momento di particolare amore e fratellanza, una giornata in cui riscoprire la propria umanità, o almeno così si dice.
Eppure neanche in questi giorni si rinuncia a mangiare i corpi di creature innocenti ammazzate per finire nei nostri piatti. Di nuovo, l'ombra e l'abitudine della tradizione incombono su di noi, e scegliere di non mangiare carne pare ai più inconcepibile. Ma come, delle Feste senza zampone o cotechino?
 Da inguaribile sognatrice quale sono, a me piace invece immaginare un periodo natalizio vegetariano, dove agli animali vengono riservate carezze e amicizia, anziché la morte. Non farebbe parte questa scelta di quello spirito del Natale di cui tanto si parla ma che resta sempre effimero? E poi sarebbe un bel modo per entrare nell'anno nuovo e per cominciare a ripensare al nostro rapporto con gli animali e a vergognarci finalmente del modo in cui trattiamo la maggior parte di loro.
Un Natale anche per gli animali.
Un Natale in cui viene dare loro qualche piccola leccornia, invece che ammazzarli e far diventare loro la presunta prelibatezza. 
Un Natale in cui adottare un cane, un gatto, o qualsiasi altro animale, e non per abbandonarlo in estate, ma per iniziare un cammino insieme, per tutti i giorni della sua vita.
Un Natale in cui dedicare almeno un pensiero a tutti gli animali sfruttati e rinchiusi.
Un Natale per guardare nella nostra anima alla ricerca di un sentimento di compassione capace di estendersi a tutte le specie.
Concludo con le parole di una grande poetessa, parole che ho sempre amato e che mi sembrano, spero al di là di ogni retorica, un ottimo augurio di condotta per un nuovo anno che sta per cominciare:

                                              Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi
                                                            non avrò vissuto invano
                                                      Se allevierò il dolore di una vita
                                                               o guarirò una pena
                                                      o aiuterò un pettirosso caduto
                                                               a rientrare nel nido
                                                           non avrò vissuto invano
            
                                                                 (Emily Dickinson)


  
Buon Natale a tutti 

3 commenti:

  1. stranamente natale e pasqua e chessòio sono i giorni in cui ci sono più cadaveri nei supermercati, nei negozi e nelle case.
    solo quest'anno me ne sono resa conto, solo quest'anno mi ha dato fastidio. le altre volte, e lo dico con amarezza, non me ne sono neanche accorta.
    molta gente mangia carne solo perchè non sa cos'altro potrebbe mangiare; non lo fa per cattiveria, lo fa per cecità, per ottusità.
    per questo credo sia importante parlarne, parlarne, parlarne.. leggendo scopriranno un mondo nuovo, com'è successo a me.
    speriamo :)*

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  2. Bellissimo post!

    E anche la poesia! Emily Dickinson è stata una grandissima poetessa.

    Stasera ho messo in salvo una mosca. Beh, è verissimo, un gesto da nulla, piccolo, eppure rende la mia vita più degna di essere vissuta.

    Il Natale dovrebbe essere questo. Auguri! (io non sono religiosa, ma credo che nel senso profondo del termine ci si possa augurare comunque un buon Natale).

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  3. Rò, anch'io penso che il problema maggiore sia la noncuranza. Non è che chi mangia carne sia una persona cattiva, ma come dici tu accetta di essere cieco riguardo a una tragedia che nella nostra società non viene nemmeno considerata tale...Io cerco nel mio piccolo di diffondere un po' di zoofilia, qui, e con le persone che conosco. E chissà che altri scopriranno, pian piano, un mondo nuovo, per usare la tua espressione. Un saluto :)

    Per Biancaneve: la cosa più sorprendente di Emily Dickinson è che le sue poesie potrebbero essere state scritte ai giorni nostri, sono davvero senza tempo e dunque sempre attuali. Davvero una grandissima donna.
    Sono felice che tu abbia apprezzato questo post, ti auguro un felice Natale, naturalmente anche ai tuoi mici :)

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