lunedì 2 luglio 2012

Commercio di vite

Questa mattina è passato in studio un signore a ritirare del materiale, e tra una cosa e l'altra ci ha raccontato che nel giardino della sua casetta in montagna ha fatto costruire un bel pollaio, in cui ha messo inizialmente tre galline, soprattutto per far contente le sue bambine che sono in vacanza lì, e che si occupano volentieri degli animali.
Fin qui, una bella storia. Tra l'altro non ha alcuna intenzione di mangiarsi le galline, le tiene unicamente per le uova e come animali da cortile. Poi le figlie hanno già dato un nome alle pennute, quindi ero contenta di ascoltare questa storia.
Poi però ci ha raccontato di aver deciso di prendere ancora qualche gallina e un galletto, così insieme alla bambina più piccola è sceso, mi pare di ricordare, vicino a Bergamo, in un mercato di animali.
Lui lo ha descritto come un posto bellissimo, appunto perché pieno di galline, pulcini, galli, conigli, e non so se anche animali più grossi. Ovviamente la bambina era tutta contenta di vedere tutti questi animaletti.
Peccato che in questo posto gli animali vengano tranquillamente venduti anche per finire in padella.
Mi si dirà, e vabé, dopotutto quanti conigli e quanti polli finiscono la loro vita per dilettare il nostro palato? Questo purtroppo è vero, non mi ci fate pensare.
Ma l'idea di questi  timidi conigli un po' vecchi venduti, o svenduti, a 5 euro a gente che appena arrivata a casa li accoppa e li prepara per cena, devo dire che mi ha rovinato la mattinata.
"Ma lo vuole mangiare subito?" hanno chiesto a questo signore, che si era fermato ad osservare i conigli, pensando per un attimo di prenderne qualcuno (non per mangiarlo, per tenerlo in montagna).
Oppure, a proposito dei pulcini, gli hanno detto:
"Ma li vuole per ingrassarli o cosa?"
E lui gli ha risposto che no, erano per le sue figlie, per il pollaio che aveva costruito.
"Ah, allora prenda questi" gli ha detto il tizio del mercato.

Insomma, a me un posto del genere mette i brividi. Ancora una volta, gli animali diventano una merce come un'altra, corpi di cui disporre secondo i nostri desideri.
Vuoi una gallina per avere le uova? Eccola. Ma anche se la vuoi per cucinarla bollita non c'è problema. Te la vendiamo. Sono gli affari. Ecco un coniglio ben cresciuto da accoppare e fare in padella tu stesso, prego. Ah, lo vuole per sua figlia come animale da compagnia? Certo, perché no. Cinque euro.
Pulcini per ogni esigenza, da regalare a Pasqua, magari, o da ingrasso, sì, come cibo sono perfetti. Ma sono anche graziosi, per i vostri bambini.
La tristezza, lo squallore, la crudeltà di un mercato di animali. Vite in balia dei nostri capricci.
Com'è che posti del genere non vengono chiusi? Perché questo "commercio" non viene vietato?
Questo non salverebbe la vita di tanti e tanti altri animali, che lontano dai nostri occhi finiscono la loro vita in un macello, è vero. Ma sarebbe comunque un passo nella giusta direzione, una conquista di civiltà.

Mi viene in mente il titolo di un convegno sui conigli e sul nostro rapporto con questi timidi animali, anche loro tanto sfruttati dall'Uomo (che allo stesso tempo, nella sua schizofrenia, riserva invece ad alcuni fortunati esemplari una vita di agi nella propria casa, da vero pet).
 Si intitolava, quel convegno, "Dalla padella all'abbraccio". Ecco. Sarebbe così semplice, capire che quel "cibo" è in realtà un animale da accarezzare e da amare, o almeno da rispettare.
Chissà quando capiremo che le vite degli animali non ci appartengono, e che non abbiamo alcun diritto di decidere arbitrariamente del loro destino.




7 commenti:

  1. Questo si chiama non avere rispetto per la vita... proprio svenduta per niente... e il bello è che quando li vogliono acquistare per compagnia si arrabbiano e sdegnano se gli viene chiesto se vogliono mangiarli... questa è ipocrisia.
    Mi spiace, ti capisco, anche a me questi discorsi fanno arrabbiare.
    Speriamo solo che le galline siano d'aiuto alle bambine a fargli capire che gli animali sono fratelli, non cibo.

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    1. Ciao Volpina, eh già, pensare a questo genere di attività che prospera poco lontano dai nostri occhi è piuttosto deprimente, anche perché ci si sente impotenti, soprattutto davanti alla freddezza di certi esseri umani che con tanta noncuranza decidono della vita altrui :-(

      Se non altro almeno alcune di quelle galline sono andate a finir bene...

      un saluto

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  2. Sono stato recentemente in Turchia, e mi sono ritrovato proprio in un mercato di animali. Gabbie ammassate, stipate di polli, uccelli di tutti i tipi, in un caos indescrivibile di gente e di urla, in un caldo infuocato. Ho pensato che alcuni umani ancora si lamentano dell'Olocausto...

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    1. E c'è chi tutto ciò lo trova semplicemente folcloristico, immagino...
      Dovrebbero esserci delle leggi ad impedire questi mercati, ma come sempre gli animali sono l'ultima ruota del carro.

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    2. Ogni volta che sento parlare di olocausto mi metto a parlare di olocausto animale. E vedi che smettono subito. SUBITO.

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  3. Mi ricordo che nel paese dove abitavo da bambina c'era il mercato settimanale in cui vendevano pulcini, conigli, galline, ma anche canarini, pappagallini, pesci rossi, tartarughe, sia animali da allevamento che da compagnia insomma. A me facevano una gran pena, soprattutto i pulcini, stipati dentro scatole di cartone con dei fori per l'aria. La cosa terrificante è che poi in estate erano esposti direttamente sotto al sole. Riuscite ad immaginare un inferno peggiore di questo? Io no, sinceramente.
    Mi viene in mente anche il mercato degli schiavi: stessa cosa. Purtroppo quando l'altro - uomo o animale che sia - è visto unicamente in un'accezione utilitaristica succede questo.
    E pensate che esistono anche le grosse fiere del bestiame, quelle in cui si vendono maiali, vitelli ecc.. Sono un abominio, è vero. Bisognerebbe scardinare il sistema alla base affinché si smetta di considerarli come merce.
    Purtroppo la gente continua a mangiarli, eppure in un certo senso vederli vivi, dentro una gabbietta, dovrebbe smuovere a compassione, far capire che sono esseri senzienti; ma temo che ad acquistarli siano soprattutto gli allevatori, quelli comunque abituati a trattarli solo come merce. Non credo che un singolo vada lì, si compri il coniglio e poi a casa lo uccida, anche perché in Italia ci sono leggi apposite per la macellazione, mica puoi uccidere un animale a casa tua (almeno credo). Pure se i contadini lo fanno eh, e nei piccoli paesi, borghi...
    Io trovo assurdo, quasi irreale invece che nei supermercati si vendano aragoste ed astici vivi. Ma la gente che poi se li porta a casa vivi, come fa a metterli nella pentola? Ma che gente è? Un amico del mio compagno, onnivoro, per niente sensibile al problema dello sfruttamento animale (però amante dei cani, ne ha due), ci ha confessato che una volta l'ha fatto, ma che è stato così terribile che non lo farà mai più in vita sua. E però al ristorante continua a mangiarselo l'astice. Roba da matti, eh? Poi dicono che i matti siamo noi.
    Una volta voglio trovare il coraggio di appostarmi al supermercato vicino al banco pesce per vedere chi è che compra gli astici vivi. Voglio vedere che faccia ha.
    Ciao Martigot, un abbraccio. :-)

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    1. Io sempre più spesso mi dico che tutto sommato ho avuto una bella fortuna a nascere essere umano. Se fossi stata un animale, magari uno di quelli di cui parli nel tuo bel commento, bé... Ed è un pensiero veramente triste, perché a tutti gli esseri viventi andrebbe garantita una vita degna, dovrebbe essere qualcosa di naturale. Invece appartenere ad una specie diversa dalla nostra spesso è sinonimo di sfruttamento e sofferenza, e ciò è terribile.

      Il fatto di questo vostro amico dimostra purtroppo che la maggior parte della gente gli animali continua a mangiarli, purché non debba ucciderli con le proprie mani :-(

      Non c'entra con questo argomento, ma ti dico che presto pubblicherò qualche foto di Clint (al momento in "vacanza" in Svizzera, beato lui), così potrai vedere come è cresciuto, il piccoletto, eh eh eh!


      Buona serata :-)

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