domenica 23 settembre 2012

Non lasciarmi

Nella mia strada, a pochi passi dal mio portone, c'è una clinica veterinaria. Qualche tempo fa passandoci davanti ho ascoltato stralci di una telefonata che una giovane donna stava facendo al cellulare, con suo padre. Gli stava comunicando le condizioni di un animale, io ho pensato che si trattasse di un cane, ma poteva benissimo essere un gatto o un coniglio, o altro ancora.
Poco dopo sono ripassata da lì, dopo aver preso in casa due cose che mi servivano, e la ragazza era ancora fuori dalla clinica, sempre al telefono, ma adesso piangeva, e diceva a suo padre che era meglio prendere quella decisione, che ormai la situazione era troppo grave e dolorosa.
Le sue lacrime, la sua voce spezzata, mi hanno riportato alla mente una scena analoga cui ho assistito alcuni anni fa presso lo studio veterinario in Svizzera dove da sempre portiamo i nostri animaletti. Quella volta nella sala d'aspetto con noi c'era una signora sui sessant'anni, e in grembo teneva un trasportino di vimini con all'interno un gatto minuto (io pensai che potesse essere una gattina), che se stava tranquillo, forse troppo.
Dopo le vaccinazioni al nostro gatto io e mia mamma siamo uscite dalla sala di visita e abbiamo rivisto la signora, che era stata chiamata poco prima di noi nell'altra stanza.
Il trasportino era vuoto, e lei piangeva, stringendolo tra le braccia.

Gli animali che vivono con noi sono parte della nostra vita, sono componenti della nostra famiglia, e il legame che si crea tra noi e loro è spesso fortissimo, un vero punto fermo della nostra esistenza. La loro morte ci porta via il loro affetto, i piccoli grandi guai che ci facevano arrabbiare ma che ci mancheranno tanto, le abitudini che avevamo preso stando con loro.
Se penso alla mia esperienza, posso dire che ogni animale che ha vissuto con me ha lasciato un vuoto. Ognuno di loro è stato unico e irripetibile, e per tutti ho pianto. Alcuni se ne sono andati dolcemente, addormentandosi, e allora è più facile. Altri, soprattutto i porcellini d'India, sono morti in seguito a patologie che hanno causato un'agonia cui spero di non assistere più. Anche per questo per il coniglio Puskin abbiamo preso la decisione dell'eutanasia, dopo che era stato gravemente colpito da una malattia neurologica che interferiva in modo pesante con ogni attività che lui volesse svolgere.

Quando sono a casa in Svizzera Hitch viene sempre a dormire con me. Ad un certo punto della notte poi va a reclamare crocchette da mia mamma (anche se magari ne ha ancora nel piattino, niente, lui deve andare da lei e farsi accompagnare a mangiare), poi si mette sulla poltrona nella mia camera e dorme finché non ci alziamo. Guardandolo avvoltolato sulla poltrona (tra l'altro sempre piena di pelo bianco e semi distrutta un po' da lui un po' dai gerbilli che a suo tempo si crearono dei buchi sotto la seduta per infilarsi lì a dormire), ultimamente penso a volte che il nostro bambino peloso ha quindici anni, e che quel momento si avvicina inesorabile. Il Tempo che scivola via un giorno se lo porterà via con sé. E penso allora, non lasciarmi Hitch, e neanche tu, gamaldo Freud, miei carissimi amici pelosi.
Ma so che un giorno dovrò affrontare il distacco da loro, e che dovrò accettarlo. Che ci saranno di certo altri mici, cani, spero, e tanti altri piccoli animali come il mio criceto Clint, e che con ognuno sarà una storia diversa che varrà la pena di vivere.
Portando sempre nei ricordi tutto l'affetto e i tanti momenti vissuti con coloro che non ci sono più, almeno fisicamente, ma che forse continuano ad esistere in un altro modo (vedi il mio post Un amore di Qui e d'Altrove).

Una volta il nostro veterinario, un uomo pratico, poco incline al sentimentalismo, ma secondo me pieno di umanità e saggezza, che certamente fa sempre tutto quanto in suo potere per aiutare i suoi piccoli pazienti, ci disse: "Non è importante quanto un animale vive, ma quanto amore ci dà, e quanto gliene diamo noi".
Non ho mai dimenticato quelle parole, e penso che siano molto vere. Dobbiamo accettare che il tempo su questa terra degli animali domestici sia limitato rispetto al nostro, e cercare di vivere al massimo gli anni concessi, riempiendoli di momenti felici che resteranno nel nostro ricordo per sempre e che ci faranno affiorare un sorriso nei tempi a venire, insieme alla certezza di avere garantito loro un'esistenza serena.

Hitchie in versione "mammone senza ritegno" con mia (sua) mamma





8 commenti:

  1. "Non è importante quanto un animale vive, ma quanto amore ci dà, e quanto gliene diamo noi"

    E già, ma questo vale pure per noi animali umani.

    Pure il mio cagnetto comincia ad essere vecchietto, ha dieci anni, noto che già fa un po' di fatica a salire sui divani, fino a qualche tempo fa invece saltava come un grillo. :-(
    Triste vederli invecchiare. E' proprio importante che noi si faccia del nostro meglio per rendergli ogni giorno memorabile.

    Hitchie è bellissimo.:-)

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    1. Certo, è un concetto che si applica pure a noi umani, naturalmente.
      Mi viene in mente a questo proposito che in Blade Runner Deckard dice, a proposito del fatto che ignora quale durata sia stata data alla replicante Rachel:
      "Non so quanto tempo abbiamo. Ma chi è che lo sa?"

      Hitch ringrazia del complimento :-)



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  2. Ieri sera avevo provato a postare un commento, ma il mio pc faceva i capricci... torno ora per farti i complimenti per il post davvero inteso e anche a me ha colpito molto la frase di quel veterinario, è veritiera e molto bella. Hitch comunque è proprio bellissimo :-))

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    1. Grazie Silvia :-)
      Era da un bel po' che volevo inserire quella frase in un post, e l'altro giorno ho avuto diciamo così l'ispirazione :)
      un saluto anche da Hitch

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  3. "Non è importante quanto un animale vive, ma quanto amore ci dà, e quanto gliene diamo noi"
    vero.Anche se poi a noi non sembra mai abbastanza...

    Ti ho pensata molto l'altro giorno quando ho visto su youtube la cerimonia di apertura delle olimpiadi con la Regina e...Daniel Craig.
    E...che Daniel...

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    1. E' vero, non è mai abbastanza...

      Molto carina quella scena della cerimonia :-)
      Tra un po' uscirà il nuovo film di 007, dal trailer mi sembra promettere bene

      un salutone!

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  4. I miei due mici invecchiano, più velocemente di quanto riesca a fare io. Non lo accetto. E' un grosso problema per me. Il solito discorso che l'amore (inteso in senso molto umano e non altamente spirituale) in fondo fa parecchio male.

    Il giorno che Filippo e Priscilla mi lasceranno il mio cuore scoppierà, e forse grazie a loro avrò imparato altro ancora sulla vita, e sull'amore.

    Un abbraccio

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    1. Superfluo dire che ti capisco.
      Però vivere senza di loro non sarebbe stata la stessa cosa, io credo che ci saremmo sentiti un po' più soli. E anche loro sono stati felici con noi.
      E penso, come dici tu, che grazie a loro avremo imparato altro sull'amore.

      un caro saluto e una carezza a Filippo e Priscilla

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