L’altro
giorno ci siamo svegliati e loro non c’erano più.
Il silenzio
che ci ha accolto quel mattino è stato il primo segnale. Nessun cinguettio
fuori dalla finestra, soltanto la campagna silente, e, nelle città, il rumore
delle automobili, qualche clacson sporadico, e il brusio della gente per
strada.
Quello che
ci ha fatto davvero capire che erano scomparsi tutti quanti, però, è stata la
scoperta delle cucce vuote dei cani, l’assenza dei gatti dal loro posto sul
nostro letto, le gabbiette vuote dei canarini, la casetta deserta dei criceti e
degli altri piccoli animali che vivevano con noi.
Erano
spariti nel nulla.
In ogni
continente si è diffusa un’angoscia terribile, mano a mano che si scopriva quel
fatto inspiegabile e che la notizia si diffondeva.
Molti sono
usciti di casa, chiamando il nome del loro animale scomparso e cercando
ovunque, nei giardini, nelle strade, chiedendo ai vicini che a loro volta si
trovavano nella stessa situazione ; i bambini piangevano per i loro amici
svaniti nel nulla e chiedevano ai genitori di riportarli indietro ; gli
allevatori e i contadini osservavano perplessi i box e i recinti vuoti,
increduli ; i custodi dei grandi acquari sparsi per il mondo facevano lo
stesso davanti alle vasche deserte, in cui ondeggiavano solamente le alghe,
simili a esili fantasmi verdi ; i responsabili dei safari contemplavano la
savana vuota, chiedendosi dove fossero finiti tutti i suoi abitanti.
In breve la
notizia ha fatto il giro del mondo. Gli animali paiono scomparsi dalla faccia
della terra e dalle acque del mare, dei laghi e dei fiumi.
In TV non
si parla d’altro. Non si è mai parlato tanto degli animali come adesso.
Scienziati, naturalisti, esperti e pseudo esperti si affannano a cercare una
spiegazione, ma nessuno in realtà sa un bel niente.
Intanto
tutti coloro che avevano costruito fortune e aziende grandi o piccole sullo
sfruttamento degli animali si disperano. La loro materia prima è venuta a
mancare. I macelli, i salumifici, le macellerie, le pescherie, dovranno
chiudere i battenti. Non mi dispiace affatto per loro. Finalmente questi
signori saranno costretti a ripiegare su un’attività che non prosperi sulla
sofferenza e la morte di altri esseri viventi.
Allo stesso
modo non provo alcun dispiacere per i cacciatori, i pescatori, i toreri, tutti
a lamentarsi, poverini, che non potranno più praticare il loro " sport ".
E i
ricercatori fautori della vivisezione, finalmente dovranno per forza di cose continuare il
loro lavoro con quei metodi alternativi che per anni hanno tanto snobbato pur
di tenere in piedi la barbara tradizione della sperimentazione su animali. Ora
non hanno più scuse.
Ovunque si
vada, spicca l’assenza degli animali. Le piazze delle città ci sembrano vuote
senza i piccioni. Persino chi non li amava sente adesso la loro mancanza. Perché
anche loro erano abitanti della città.
In campagna
e nei pascoli ci si aggira increduli e smarriti. I prati dove gli animali
brucavano sono deserti. Le sagome familiari delle mucche o delle pecore
indugiano ancora nei nostri occhi, vorremmo proiettarle nell’erba verde mossa dal
vento, ma è fuori dalla nostra portata.
I fiori
sono rimasti soli anche loro, senza più alcuna ape o alcuna farfalla ad andare
a fare loro visita. I boschi deserti, avvolti in un irreale silenzio. I mari
vuoti, senza vita.
Persino
quel ragnetto che viveva nella sua ragnatela sul soffitto sopra alla porta è
sparito.
Cerchiamo
gli animali nei tanti filmati che hanno registrato le loro vite, nelle fotografie, nei dipinti di
ogni epoca, nelle illustrazioni dei libri per bambini.
Le bestie impagliate sono rimaste la sola presenza tangibile, pur se immobile e fredda. Il loro odore penetrante ci nausea, ci mette i brividi.
Le bestie impagliate sono rimaste la sola presenza tangibile, pur se immobile e fredda. Il loro odore penetrante ci nausea, ci mette i brividi.
Non avremmo
creduto che ci sarebbero mancati tanto, che il mondo senza di loro ci sarebbe
apparso così vuoto, così incompleto. Soltanto adesso che sono tutti scomparsi
ci rendiamo conto di quanto fossero parte della nostra esistenza. Non soltanto
quelli con cui dividevamo la quotidianità, e che ci mancano immensamente, ma
tutti gli animali.
Lasciamo
perdere i cinici, quelli che soprattutto rimpiangono le bistecche e il pollo
arrosto, che presto saranno introvabili. Di loro non mi importa niente.
Mi importa
di quello che vedo nello sguardo della maggior parte della gente, e nel mio
quando mi guardo allo specchio. Lo sguardo smarrito di tutte le persone, che, ognuno
con le proprie piccole o grandi contraddizioni, gli animali li amava. E non in
quanto " cibo ambulante ", o corpi da sfruttare e sacrificare, ma
come esseri viventi che abitavano questo pianeta con noi e che tanta meraviglia
e tenerezza suscitavano nel nostro cuore quando li vedevamo liberi di vivere la
loro esistenza. Loro, i nostri fratelli indifesi, a cui tanto male abbiamo
fatto, a cui tanto disprezzo abbiamo riservato, che abbiamo ridotto in una
terribile schiavitù da cui solo la loro improvvisa scomparsa ha potuto
sottrarli.
Li
rivogliamo indietro. Non più per sfruttarli, per ucciderli, per cibarci della
loro carne. Li rivogliamo perché abbiamo bisogno della loro presenza. Perché ci
manca il loro affetto, il loro sguardo, la semplice idea che esistono insieme a
noi. Perché vogliamo farci perdonare del male che abbiamo fatto loro.
Ci sentiamo
soli quaggiù senza un gatto che dorme acciambellato sulla poltrona, senza quel
merlo che ogni mattino veniva a farci visita, senza il nostro cane che ci
cammina al fianco, senza quel cavallo a cui portavamo sempre una carota quando
si andava in campagna, senza quelle mucche accanto alle quali passavamo sempre
sul sentiero dell’alpe.
Ci sono
rimasti pezzi dei loro corpi. Ma da un pezzo di carne morta o da una giacca di pelle non si può
ricostruire l’animale che era in origine.
Gli
appassionati di carne e pesce si affrettano a fare provviste delle ultime
scorte disponibili, malgrado il rincaro del prezzo.
Presto non
ci sarà più carne, nè latte, né uova.
Volenti o nolenti, tutti dovremo adottare un’alimentazione del tutto priva di
derivati animali. Anche di questo parlano in TV e sui giornali.
Non so che
cosa sia accaduto agli animali, come non lo sa nessuno. Voglio pensare che siano in un luogo dove
possano finalmente vivere in pace, lontano dal nostro assurdo mondo
antropocentrico. Magari qualcuno, proveniente da un luogo molto lontano, dalle
profondità dello spazio, forse, ha avuto pietà della miseria in cui noi umani
li facevamo vivere, e ce li ha sottratti. E per punirci ci ha sottratto anche
gli animali che ci erano cari. Come il mio adorato gatto Leo. Come starà ?
Ha sempre avuto paura degli sconosciuti, ed era molto attaccato a noi. Riuscirà
a cavarsela, dove si trova ora ? Sapranno avere cura di lui ?
Ogni
mattino al risveglio spero di ritrovarlo sulla sua poltrona, e milioni di
persone sperano la stessa cosa per i loro animali scomparsi. Mi auguro che
chiunque ce li abbia sottratti possa avere pietà di noi e ce li renda.
Intanto,
molte cose cambieranno sulla Terra. Spero che tra qualche tempo, quando le
scorte di carne e derivati animali saranno terminate, e i macelli abbandonati
magari convertiti in qualcosa d’altro, luoghi di vita e non di violenza e
morte, e le attività e le tradizioni basate sullo sfruttamento degli animali
saranno ormai considerate abitudini del passato, spero che allora gli animali
ricompariranno.
Ci
sveglieremo un mattino e udiremo il canto lieto degli uccellini, e il calore
del gatto acciambellato accanto a noi. Lo abbracceremo forte, e correremo
fuori, tutti quanti. Saluteremo i piccioni, getteremo loro dei pezzetti di brioche. In
campagna si applaudirà il ritorno delle mucche e di tutti gli altri animali di
fattoria. Soprattutto i bambini saranno felici, ma anche gli adulti avranno le
lacrime agli occhi per il sollievo e la gioia.
Vicino al
mare gli abitanti dei villaggi e delle cittadine correranno sulla spiaggia, e
molti indosseranno degli occhialini e si immergeranno in acqua ed ecco che il
loro cuore si riempirà di felicità quando vedranno i pesci nuotare come un
tempo. Riemersi, si griderà verso
la gente affollata sulla spiaggia : "Sono tornati, sono
tornati ! "
E tutti
esulteranno e si abbraccieranno l’un l’altro, felici.
Sarà un giorno di festa in ogni nazione, in ogni angolo del mondo.
Sarà un giorno di festa in ogni nazione, in ogni angolo del mondo.
Rimarrà
indelebile il ricordo di quanto fosse strano e innaturale vivere in un mondo
senza di loro, e si ricorderanno quei giorni come una punizione per come
eravamo abituati a trattare gli animali.
E anche se
esisteranno sempre persone che non si fanno scrupoli a maltrattarli, sfruttarli
e ucciderli, la maggior parte della società guarderà a questi episodi con
profonda riprovazione, e l’antropocentrismo sarà l’eccezione invece che la
regola.
In attesa
di quel giorno, resto qui a pensare a Leo e a tutte le altre bestie, che ho
conosciuto, e che non ho conosciuto mai, e sfoglio un libro della mia infanzia
sugli animali da fattoria. Passo un dito lungo il contorno del disegno di un paffuto
roseo maiale.
Amici
animali, vi chiedo scusa a nome di tutti i miei simili per le cose orribili che
vi abbiamo fatto nel corso del tempo. Spero tanto che avremo l’occasione per
riparare finalmente ai nostri tragici errori.
Vi aspetto.
NOTA: a chi è capitato qui alla ricerca di testi da copiare, vi ricordo che questo racconto, come tutti gli altri post pubblicati su questo blog, è di mia proprietà, frutto più o meno riuscito di impegno e idee. Pertanto non appropriatevene. Grazie a tutti.