martedì 22 dicembre 2015

Auguri di rito...con shih tzu!


Sì, mi professo animalista ma sfrutto biecamente il mio cane a fini creativi.
Per fortuna Basilio è zen e non se la prende :-)

Auguroni a tutti, per un felice Natale e un sereno nuovo anno!




lunedì 14 dicembre 2015

Come una fiamma che brucia nel cuore

Dopo eoni mi riaffaccio qui. Mi dispiace di avere trascurato il blog così a lungo. E' che la costanza non è proprio il mio forte. Un buon proposito per il 2016 potrebbe essere farmi una tabella settimanale da rispettare, tipo "scrivere sul blog qualcosa di sensato almeno una volta al mese", e "lavorare ai racconti che languono nel Mac", e altri compiti del genere.
Comunque, se qualcuno di voi si fosse chiesto che fine avessi fatto, posso dire di essere stata alle prese con alcune decisioni importanti (di cui spero di non pentirmi), di avere continuato il mio lavoro allo studio (fotografando anche diverse ricette vegane, tra l'altro), di stare cercando di ampliare la mia attività fotografica, e tante altre cose, qui nella nebbiosa Milano.
Basilio lo shih tzu sta bene, ha compiuto ieri due anni, il piccolo ingordo capellone.
Probabilmente lo vedrete prossimamente in versione natalizia su queste pagine.

Qualche giorno fa ho visitato dopo diverso tempo il sito dell'associazione Vitadacani, che si occupa sì di cani abbandonati ma anche di animali "da reddito" salvati dal loro infelice destino. Ho letto storie, vere, che mi hanno fatto venire le lacrime agli occhi e mi hanno ricordato perché decisi di aprire questo blog. Storie che hanno ravvivato nel mio cuore quella fiamma che brucia da sempre, da quando ero piccola, ma già avevo il sentore dell'immensa tenebra che inghiotte tanti e tanti animali, come in un terribile mondo parallelo che preferiamo non vedere mentre viviamo la nostra vita sicura di esseri umani. 
Quella fiamma si era forse un po' spenta, ultimamente, sopita dalle mie umane preoccupazioni e occupazioni. Ma leggere quelle storie le ha ridato vigore, e mi ha fatto capire che essa brucerà sempre dentro di me.
Si ravviva dolorosamente quando incappo in storie terribili, e sono tante, se uno cerca ne trova a bizzeffe di orrori perpetrati nei confronti degli animali.
Ma si ravviva anche con gioia quando leggo di liberazioni, di lieto fine, perché esistono anche queste, e grazie a persone che con abnegazione si dedicano a tirare fuori dall'inferno alcune delle tane disgraziate bestie che la nostra società considera "da reddito".
L'ho già scritto una volta, lo ripeto qui. Io non credo che riuscirei a guardare in faccia l'orrore. Non potrei mai andare a filmare o fotografare ciò che accade in quei luoghi nascosti che sono gli allevamenti e i macelli, o a partecipare a presidi davanti ai mattatoi (come fa coraggiosamente Rita, ad esempio). Io morirei a vedere quegli animali passare a pochi centimetri da me e sapere di non poter fare niente per portarli via da lì. Forse è un atteggiamento infantile, ma per me sarebbe insostenibile. 
Posso guardare senza battere ciglio massacri cinematografici di ogni genere, ma quello no.
Perché quello è vero, ed è una violenza talmente arbitraria e perpetrata su esseri talmente alla nostra mercé che mi è insopportabile.
Però in questo 2016 ormai prossimo voglio andare in uno dei santuari per animali che ci sono nei dintorni di Milano, gestiti sempre dall'associazione Vitadacani, e fotografare gli animali che ci vivono, al sicuro, liberi di essere se stessi, di sviluppare e esprimere la propria individualità, finalmente.

Quella fiamma brucerà sempre, alimentata dal male e dal bene, dall'orrore e dalla meraviglia, mentre apro gli occhi nella tenebra o nella serenità di un rifugio.
Senza dimenticare mai loro che si perdono in quell'universo oscuro che preferiamo ignorare.


pattern trovato su Pinterest

domenica 19 luglio 2015

Luli

Nell'ultimo anno ho dovuto dire addio ai miei tre vecchietti, la Terranova Polly, il criceto Clint e il gatto Hitch, ed è stato doloroso, per quanto me lo aspettassi, data la loro avanzata età.
In questo luglio afoso mi trovo purtroppo a scrivere un piccolo saluto ad un altro animale che faceva parte in qualche modo della mia famiglia, essendo la gattina dei miei zii che vivono a pochi metri da casa nostra, e che, se un infausti destino non le fosse piombato addosso, avrebbe potuto vivere ancora molti anni con mia zia e mio zio, che tanto amava e che tanto la amavano.
Lulù, Luli come la chiamavano sempre, era giunta un po' di anni fa a casa dei miei zii.
Era da poco morto, a causa di una grave malattia, il loro precedente gatto, anche lui giunto a casa loro da chissà dove.
Luli era uno dei gatti di una nostra vicina, e si è proprio trasferita di sua spontanea volontà a casa dei miei zii, perché evidentemente non voleva più saperne di casa sua e della sua padrona.
Era una gattina molto bella, dolce, buona, che non si allontanava mai.
Un gatto ideale, insomma, che in breve aveva conquistato il cuore dei suoi nuovi umani, mia zia e mio zio.
A mio zio in particolare era legatissima.
Tutti immaginavamo per lei un'esistenza lunga e serena.
Poi circa due settimane fa vengo a sapere che è stata aggredita da una cagna da caccia che abita più su lungo la strada.
Una cagna che in quei giorni scappava spesso dal suo giardino.
In una di queste fughe è piombata sulla povera Luli, che probabilmente dormiva, sui gradini esterni che scendono all'officina di mio zio, e dove lei stava spesso.
La gattina aveva molta paura dei cani, per cui immagino che non l'abbia proprio sentito arrivare.
I miei zii hanno sentito l'agguato dal giardino soprastante dove si trovavano, hanno guardato giù, e subito sono corsi alle scale. Non so se la cagna fosse già fuggita a questo punto.
Hanno preso in braccio la povera Luli, che lasciava andare le zampine posteriori e cercava di leccarsi la schiena dove il cane l'aveva afferrata.
Ricovero immediato dal veterinario, decisione di provare un'operazione rischiosa dagli esiti imprevedibili.
Sopravvive all'operazione, ma deve rimanere ricoverata. Muove un pochino le zampette.
Il veterinario manifesta un certo ottimismo, dice ai miei zii che forse potranno portarla a casa a continuare la convalescenza.
Poi cominciano però cali di pressione. Devono farle una trasfusione. A casa così non la si può portare.
Venerdì sera la piccola Luli muore per un arresto cardiaco.

Mi dispiace veramente moltissimo per Lulù, e capisco il dolore dei miei zii.
Un conto è una morte per vecchiaia, che in qualche modo si riesce ad accettare. Ma una morte così, che arriva come un fulmine a ciel sereno, è davvero dura da mandar giù.
E' l'Imponderabile che sempre può emergere dalle pieghe delle nostre esistenze.

Forse Luli, con la fierezza tipica dei gatti, ha preferito andarsene che vivere semiparalizzata.
Io ho questa sensazione.
Di certo so che la sua presenza dolce e affettuosa rimarrà accanto ai miei zii, nelle stanze e nel giardino in cui aveva trovato la serenità.
Ciao Luli.

Luli qualche anno fa.






venerdì 19 giugno 2015

Vite parallele: commento ad un'immagine



Da "Incontri mantovani", di Gianni Berengo Gardin



Ho trovato questa fotografia in un libro del fotografo Gianni Berengo Gardin.
Si trova verso la fine del libro, che raccoglie una serie di immagini su Mantova e la sua gente.
I miei occhi scorrevano le fotografie, apprezzandone la costruzione, l'armonia, l'innegabile talento di quest'uomo che ha saputo cogliere momenti apparentemente banali, di vita quotidiana, e renderli arte.
Poi sono arrivata a quest'immagine, e mi ci sono fermata.
Me ne è tornata in mente un'altra, in un altro libro di fotografia, scattata in un macello, e ricordo bene che mi faceva talmente male quella foto che incollai la pagina a quella precedente, per non vederla più.
Per cancellare, almeno lì, pur se in modo effimero e quasi infantile, l'orrore di quei non luoghi dove si perdono migliaia e migliaia di vite.

Questa fotografia qui, a prima vista, non rappresenta l'orrore, a differenza di quell'altra.
Questa non è esplicita. Non c'è sangue, non c'è violenza apparente.
Ad altri occhi potrebbe persino apparire simpatica.
Un vecchio signore con l'aria di saperla lunga che osserva quasi amichevolmente il maiale, che ricambia il suo sguardo.
I miei occhi, però, notano altro.
La netta somiglianza della porcilaia con un campo di concentramento, o con un carcere della peggior specie. L'angusto spazio all'aperto riservato ai maiali. Lo sguardo di queste bestie, lo sguardo di chi sente ciò che lo aspetta.

Questa la cornice. Gli occhi vengono attratti però dai due protagonisti, l'uomo e il maiale che si guardano l'un l'altro.
L'uomo è un anziano dall'aria innocua, che ci si potrebbe immaginare in un bar a giocare a carte con gli amici, o in piazzetta a chiacchierare seduto su una panchina.
Guarda il maiale con aria quasi amichevole, quasi simpatica, come dicevo più sopra, come uno che la sa lunga. Che ha confidenza con questi animali.
Sembra che tra lui e l'animale sia in corso un dialogo silenzioso.

Maiale: "Dunque è che finiremo, non è vero?".
Uomo: "E' inevitabile, amico mio, così vanno le cose. Così vanno le cose da sempre".
Maiale: "L'ho sempre saputo, credo".
Uomo: "E' il corso delle cose, amico mio. Inutile pensarci troppo. Questo è il vostro ruolo nella società, nel territorio, capisci. Non c'è niente di personale. Se fossi nato maiale sarei al tuo posto, e se tu fossi nato uomo saresti al mio. Tutto qui".

Questo ciò che a me fa pensare questa immagine. Qui sotto invece la didascalia che la accompagna nel libro, che ci racconta di questo signore e dell'allevamento dei maiali in questa regione:

" Nel Mantovano ogni anno vengono allevati un milione e mezzo di maiali che forniscono la preziosa materia prima per i divini prosciutti crudi. I maiali (...) producono denaro e lavoro. A Mantova la ricchezza o si stagiona o si affetta.
Questa filiera è tanto archetipa (i progenitori etrusco padani allevavano e commerciavano i maiali con la Grecia di Pericle) da aver saldato gli uomini alle bestie. Vite parallele.
E chi fa il mediatore, che è il sensale in italiano levigato, è il talent scout dei suini.
Parla con loro. Parla di loro, li contratta a camionate, sa individuarne a occhio peso e qualità.
E' un mantuan broker, passa con leggerezza dalla porcilaia alla borsa di Largo Pradella, che è la Wall Street della zootecnica (...)".

Ogni commento mi sembra superfluo, finirei col dire cose già dette e ridette, tante volte.
In fondo basta guardare quella foto, soffermarcisi un attimo.
Vite parallele, sì.
Quella di un burattinaio dall'aria innocua, e quelle, innumerevoli e sconosciute, di migliaia di individui che non possono rompere i fili con cui il vecchio signore e un intero sistema li tengono avvinti e li manovrano, dalla nascita alla morte.











mercoledì 17 giugno 2015

La rubrica di Basilio lo shih tzu, nr.1






Carta d'identità:

NOME: Lushi-Kou, ribattezzato Basilio

DATA DI NASCITA: 15 dicembre 2013

LUOGO DI NASCITA: Graglia, Piemonte

LUOGO DI RESIDENZA: Milano

SEGNI PARTICOLARI: capellone, solare, e ghiottone ai limiti dell'indecenza

SPORT PREFERITI: pallina, assalti di baci alle persone che amo, danza del biscotto

CIBO PREFERITO: tutto ciò che è commestibile, con una preferenza per pane, mela, e pan brioche

HOBBY: appropriarmi di pantofole, calze, e infradito; masticare palline di polistirolo quando mi capitano a tiro; rimediare cibo extra dai miei umani; regalare sorrisi

MI PIACE: mangiare, dormire, giocare con i miei pupazzi e la mia collezione di palline, saltellare dopo il bagno, la passeggiata mattutina, andare in treno e in auto, incontrare altri animali e fare amicizia, rientrare a casa

NON MI PIACE: i rombi delle moto e delle auto sportive per la strada, essere lasciato a casa da solo, le sedute con il pettine, i camion dell'AMSA (azienda milanese servizi ambientali), quando mi rimane la cacca attaccata al sedere (sigh!)

IL MIO MOTTO: sii zen e tutto andrà bene

martedì 2 giugno 2015

Per l'ippopotamo la piscina è sempre troppo piccola





Nel post precedente ho condiviso un video su un piccolo gorilla nato recentemente nello zoo di Basilea in Svizzera.
Non l'ho fatto per glorificare lo zoo, ma semplicemente perché, a prescindere da qualsiasi altra considerazione, è un video molto bello e molto tenero, che mi aveva davvero commossa.
Vedendo quelle immagini mi era venuto spontaneo scrivere che, malgrado tutto, forse quella famiglia di gorilla non se la passa poi tanto male, pur dovendo vivere appunto in uno zoo. Più che altro è ciò che spero per loro.
Forse perché rimango una sognatrice. E perché, di conseguenza, mi piace poter pensare che ci possa essere un po' di felicità anche in uno zoo. Può essere che se ci andassi di persona mi ricrederei in breve tempo, anzi, ne sono quasi sicura. Ma quelle immagini serene mi hanno dato per un momento una piccola speranza, tutto qui.
Comunque, questa frase in particolare ha suscitato le critiche di Rita, mia lettrice, che mi ha subito ricordato come la detenzione di gorilla e altri animali non sia assolutamente accettabile, se ci si dice dalla parte degli animali.
E che avere posizioni tiepide, intermedie, significa fondamentalmente tollerare lo sfruttamento di queste bestie.

Dunque, alla fin fine, che cosa penso io degli zoo?

Questi luoghi non mi sono mai piaciuti, neanche da bambina, e peraltro mi ci avranno portata magari una volta, forse a quello itinerante del circo, ma non ne sono sicura. Già allora comunque non mi piaceva vedere animali esibiti e chiusi in gabbie o recinti.
A sedici anni poi andai con la mia classe di prima liceo proprio allo zoo di Basilea, se la memoria non mi inganna. Tra l'altro forse eravamo un po' cresciuti per la classica visita allo zoo, ma vabbè.
Io dovevo occuparmi di fare le foto, e così feci.
Ce le ho ancora, nella loro busta del laboratorio. Si era sul finire degli anni '90 e il digitale non era ancora esploso, si scattava ancora in pellicola.
In generale ricavai da quella visita una sensazione di tristezza. Soprattutto, ricordo, mi fece molto male vedere i lupi, i leoni, e gli orsi. Animali fieri, nati per spostarsi nella savana, o tra gli alberi delle foreste, costretti in quei piccoli spazi, dietro le sbarre.
Posso ancora accettare le caprette,  per dire, che probabilmente stanno pure discretamente in un bell'habitat costruito su misura per loro. Certo, essere costantemente osservate da visitatori umani probabilmente non é elettrizzante nemmeno per loro, ma almeno questo tipo di animale vive da tempo immemorabile a contatto con la nostra specie, nel bene e nel male.
Questo non si può dire, chiaramente, per gli animali selvatici, autoctoni o esotici che siano.
Proprio perché di natura inaccessibili, abbiamo pensato bene di catturarli e rinchiuderli, con la motivazione di poterli in tal modo osservare e conoscere.
Ancora oggi sento persone dire, gli zoo sono utili perché così i bambini possono vedere gli animali da vicino. Che mi sembra un pensiero da '800, per dire, ma sono in parecchi a pensarla così.
In realtà la visita allo zoo non ha niente di educativo, per un bambino, a mio modo di vedere.
Tutt'altro. Gli si insegna che è lecito tenere gli animali in gabbia, e rafforza quell'idea di dominio sulle altre specie che già serpeggia in tanti aspetti della nostra società.
Dovremmo piuttosto considerare che esporre un essere vivente alla curiosità della gente è una cosa profondamente irrispettosa.
Ma se pensiamo che in un tempo neanche così lontano si esponevano anche i cosiddetti fenomeni da baraccone, capiamo bene come l'Uomo non si faccia troppi scrupoli a fare la stessa cosa con individui che non appartengono neanche alla nostra specie. Purtroppo.
Quindi, per me gli zoo andrebbero chiusi. Punto. Cerchiamo piuttosto di garantire una vita degna agli animali selvatici nel loro habitat, se davvero ci stanno a cuore. Prendo in prestito una frase di Salvini, che in questo contesto mi torna utile (e non avrei mai pensato che una sua frase mi potesse essere di qualche utilità), ovvero: aiutiamoli a casa loro. Ecco, per questi animali sarebbe la cosa migliore.
I bambini che si guardino un documentario, almeno vedrebbero i veri comportamenti degli animali selvatici, e non quelli indotti dal tedio prodotto dalla detenzione e dalla scarsità di stimoli.

Alcuni zoo hanno un'apparenza dorata, come quello di Basilea. Ma investigazioni condotte in Europa, anche in giardini zoologici considerati all'avanguardia, dimostrano che alla fin fine la prigionia gli animali la accusano sempre.
Per non parlare dello scherno riservato loro da  alcuni visitatori particolarmente insensibili e buzzurri. Che magari gli animali non se ne rendono conto, ma io la trovo una cosa gravissima.
Poi ci sono zoo particolarmente squallidi, che ti si stringe il cuore al solo pensarci, e questo è il massimo del degrado per le povere bestie che hanno la sventura di esserci finite, o di esservi nate.
Mi viene in mente a questo proposito un'immagine televisiva che vidi ormai diversi anni fa, al tempo dell'inizio della guerra in Afghanistan. Un vecchio leone cieco nella sua gabbia allo zoo di Kabul.
Se ne stava là, rassegnato, in quel mondo grigio assediato dalla guerra.
Delle volte mi torna in mente, e mi chiedo che ne sarà stato di lui, e dei suoi compagni di sventura, ed è un ricordo che mi riempie di tristezza.



Termino lasciandovi un link a delle fotografie realizzate dalla brava fotografa Sara Munari negli zoo europei, qui. Un bel lavoro che non può che farci riflettere ulteriormente su questo tema.





Nota: il titolo di questo post l'ho preso dal libro Zoo di Bruno Munari.
Le illustrazioni sono di questo suo libro.






sabato 23 maggio 2015

Zur Welt gekommen

 E che titolo è?  In tedesco?
Ja, l'ho preso dall'annuncio sul sito dello zoo di Basilea in Svizzera, annuncio per la nascita di un gorillino (o gorillina, ancora non si sa), e significa "venuto al mondo".

Premesso che non amo affatto gli zoo.
Però questo video, girato appunto in quello di Basilea (dove tra l'altro, se non erro, andai in gita tanti anni fa, con la scuola, per la cronaca), vale la pena di essere visto.
Che cos'è la tenerezza, se non questo?

Continuo a pensare che questa famiglia gorillosa starebbe meglio nella foresta dei suoi antenati, o quantomeno in una bella riserva naturale, ma tutto sommato, vedendo queste immagini, forse non se la passano poi così male dove stanno...
Io la mamma gorilla che si mangia i pomodori bella comoda nella paglia la invidio, ve lo dico :-)
Comunque benvenuto piccoletto!






martedì 5 maggio 2015

Animali che vorrei


Un post leggero, dopo quello dedicato alla morte del mio vecchietto Hitch.

Ho sempre avuto almeno un animaletto, fin da bambina.
Dal luglio scorso poi ho realizzato uno dei miei sogni, avere un cane, l'essere capellone, ghiottone, e soprattutto zen, che vedete qui sotto, Basilio lo shih tzu



Non appena avrò le condizioni, logistiche ed economiche, per farlo, mi piacerebbe ampliare la famiglia animalesca con i seguenti soggetti:

un gatto Devon Rex oppure Sphynx
...mi incuriosiscono e affascinano tantissimo queste due razze feline, adoro il loro aspetto alieno e il carattere particolare, quindi un giorno uno dei due (o entrambi, chi lo sa), farà compagnia a Basi

un criceto russo
...secondo me bisognerebbe sempre avere un criceto russo, sono carinissimi, dolci e teneri.
Lo prenderei anche adesso ma non mi va l'idea di lasciarlo solo a Milano i week end che vado via, anche se per due giorni, con il loro cibo e l'acqua, possono stare benissimo. Ma io sono ansiosa, e infatti Clint l'avevo lasciato a vivere in Svizzera...Quindi per il momento mi privo del criceto.

una coppia o un terzetto di gerbilli
...bellissimi e simpaticissimi animaletti pure loro, allegri e vivaci.
Vale lo stesso discorso del criceto, quindi per ora niente.

porcellini d'India (o Cavie)
...ne ho avuti diversi, sono animaletti bellissimi e teneri. Ma la prossima volta gli faccio un bell'habitat in giardino, secondo me vivono meglio così che in casa, essendo creature abbastanza rustiche. Per ora qui a Milano niente giardino, quindi...

un levriero
...o il Piccolo Levriero Italiano, oppure un galgos adottato tramite una delle associazioni che si occupano di trovare una casa a questi cani ex corridori o comunque salvati da brutte situazioni in Spagna soprattutto. Ho già il nome: Nuvolari, come il leggendario pilota. Perfetto per un cane da corsa :-)
...anche se dopo aver conosciuto Basilio forse propenderei maggiormente per un altro shih tzu, magari una cagnetta, una fidanzata / moglie per Basi :-)

E poi, rivorrei voi che non ci siete più, Hitch, Polly, Clinty, e tutti gli altri che vi hanno preceduto e che come voi vivono nel mio ricordo.
Se potessi, vi riporterei a casa, nel posto che era il vostro, accanto a noi.









venerdì 10 aprile 2015

Ricordo di Hitch

E così anche tu te ne sei andato, Hitch.
Sei entrato nelle nostre vite diciotto anni fa, un piccolo micio bianco e grigio con la pancia tonda e a "pois". Io veramente avrei preferito un cane, ma dato che in famiglia non ne volevano, sei arrivato invece tu. Non avevo mai provato una particolare simpatia per i gatti, se devo essere sincera, ma grazie a te mi sono ricreduta subito su molte cose.
Mi vengono in mente tanti ricordi, che faranno sempre parte della mia memoria.
Tu piccoletto che entri nella gabbia dei porcellini d'India; la tua prima uscita e l'incontro con il pastore tedesco dei vicini e la fuga sull'albero; le scorribande della tua giovinezza, quando sparivi per ore, da solo o con qualche tuo compare, e di quanto io mi preoccupavo sempre e come ero felice quando infine ricomparivi, come se niente fosse, in fondo al viale; quando ti avvinghiavi all'albero di Natale con mia somma disperazione; di quando facevi il giro del divano, stando sdraiato sulla schiena e spingendoti con le zampe lungo tutto il perimetro del povero sofà; quando ti abbiamo lasciato alle cure della nonna ed è finita che hai trascorso ore fuori, nascosto da qualche parte, mentre si scatenava una tempesta estiva (vatti a fidare delle nonne); quando ti sei scottato i polpastrelli saltando sulla stufa; quando sei tornato con le zampe piene di catrame che a pulirle è stato pazzesco; quella volta, verso Natale, che hai portato a casa un rametto di pino preso da qualche parte; come volevi bene a mia mamma, che era la tua persona preferita, e anche a mia zia, che le somiglia tanto che per te erano quasi la stessa "padrona"; il tuo amore-odio per Freud, il gamaldo gatto dei vicini.
E poi il Tempo, che tutto porta via con sé, è trascorso rapido, e da gatto più giovane del vicinato sei divenuto il più vecchio.
Il mio gatto venerando, come ti chiamavo ultimamente.
Dormivi tanto, sul tuo cuscino, oppure sul mio letto, sul piumone. E quando eri sveglio spesso mi pareva che guardassi già altrove, in quel luogo invisibile a cui tutti siamo destinati.
Sentivo che stavi scivolando via, piano piano, che il tuo corpo si preparava a lasciare andare la tua anima gattesca.
Osservavo i tuoi movimenti rallentati, la fatica che facevi a metterti in piedi o a girarti sul cuscino, i ciuffetti di pelo che ti strappavi, la magrezza del tuo corpo, e pensavo, è giusto che tra un po' tu te ne vada, che la tua anima sia libera.

Il ricordo più recente è Basilio lo shih tzu che ti segue come un'ombra, interessatissimo, il naso sul tuo sedere.
Che cosa pensavi, Hitch, di quello strano essere capellone che ogni tanto si installava a casa tua per qualche giorno? A me pareva che lo ignorassi, o al massimo lo osservavi brevemente con quell'aria di sufficienza tipica dei gatti. Il tuo sguardo era ormai troppo rivolto all'altrove per provare un interesse per Basi, che, socievole e solare com'è, avrebbe dato qualsiasi cosa per avere un briciolo della tua attenzione.

E poi mi ricordo, nel weekend di Pasqua, che ero lì, e stavo seduta al sole sul pavimento davanti alla porta finestra, che mi sei venuto vicino, fragile, che non sapevo più come prenderti in braccio ormai, e mi hai dato un leggero buffetto con la testa. Era da tanto che non lo facevi.

Ora che sei scivolato in quell'altrove, so che stai bene.
Il tuo malconcio corpo terreno non ti serve più, lì dove sei.
E noi, i tuoi umani, noi ce la caveremo, Hitch. Il vuoto che hai lasciato, immenso, si colmerà piano piano di tutti i ricordi di questi diciotto anni, e le lacrime di questi primi giorni lasceranno il posto ad una dolce nostalgia.

Ciao Hitch, mio gatto venerando, buon viaggio



Poco tempo fa, insieme a mia mamma





mercoledì 4 marzo 2015

Ciao Clint




Grazie piccolo Clint di avere fatto parte della nostra vita, e grazie di tutti i sorrisi che hai fatto affiorare sulle labbra di tutti.
Avevi una grande tempra racchiusa in quel minuscolo, adorabile involucro.
Eri intraprendente, socievole, felice di vivere.
Anche ora, che, ormai nel tuo terzo anno di età, ti eri fatto magrolino e un po' gobbo e zoppicante.
Ciao Clinty, piccoletto. Getta un'occhiata ogni tanto, da dove sei ora, sulla tua Marty, qui, mi raccomando.
Ciao.

mercoledì 11 febbraio 2015

Pensiero sul mio cane


Ho le mie tenaci personali miserie, come tutti del resto, chi più, chi meno.
Ma ho un cane meraviglioso fuori e dentro, che illumina ogni giornata con la sua presenza solare e discreta insieme, e guardandolo non posso che pensare che ho proprio trovato la mia "anima gemella" canina  :-)


Basilio

giovedì 8 gennaio 2015

Cani

Basilio lo shih tzu ha compiuto un anno il 15 dicembre.
Se Polly la Terranova fosse stata ancora con noi ne avrebbe compiuti quindici nello stesso mese.
Sono certa che questi due si sarebbero piaciuti.
Hanno la stessa immensa bontà d'animo, la stessa pazienza, lo stesso appetito (veramente Basilio è ancora più senza fondo), la stessa attitudine zen, la stessa capacità di suscitare un sorriso sulle labbra di chi incontra il loro muso peloso, la stessa positività.
Polly, non ti ho dimenticata, non potrà mai succedermi.
Il piccolo Basilio è il presente, e il futuro, è il mio cane, quello che ho sempre immaginato e sognato.
Ma tu Polly rimani qui nel mio cuore, carissimo cane abominevole come ti chiamavo sempre, e sempre vivrai nella dolce nostalgia che è venuta dopo il dolore.


Durante una pausa in studio Basilio mi ricorda che mi vuole bene :-)



Basilio in posa per Monica che gli ha fatto la foto