giovedì 12 dicembre 2013

Maialini

Vedendo in tv, pochi giorni fa, i maialini portati davanti a Montecitorio in occasione di una protesta per difendere il made in Italy, sono stata presa da una profonda tristezza.
Naturalmente i giornalisti del tg non hanno speso una parola sul destino di quei maialini, che finiranno nella nostra padella. A parte ciò, io trovo surreale portare in piazza dei cuccioli che già si sa che verranno uccisi a tempo debito, usandoli per perorare la propria causa. Oltre il danno anche la beffa, mi viene da dire. Come esibire dei condannati a morte. Perché è questo che sono, quei piccoli maialini.
Non credo gli importerebbe molto sapere che moriranno in nome delle tradizioni e del made in Italy, non credete?
E poi chissà quanti passanti pronti a sciogliersi di tenerezza davanti a quei rosei musetti, e poi, una volta tornati a casa, aprire con forse appena un piccolo sospiro di rammarico una busta di prosciutto. Tale è la nostra schizofrenia nei confronti di tanti animali, in questo caso i maiali.
Io non sono perfetta, e confesso che di tanto in tanto un piccolo cedimento alimentare mio malgrado ce l'ho, sempre seguito da enormi sensi di colpa, per quello che può valere. Tuttavia almeno mi rendo conto dell'atrocità dell'antropocentrismo e della cecità che ha diffuso nella società umana, e cerco di migliorarmi.
Vi consiglio, a proposito di questa vicenda, questo illuminato articolo di Annamaria Rivera, che molto meglio di me analizza questo fatto.

L'altra sera, sempre tristemente in tema di visione antropocentrica, a Ballarò si parlava tra le altre cose di  carne di maiale importata. Per la giornalista che ha realizzato il servizio la cosa vergognosa era che molti, in Sardegna, credono di mangiare un maialino nostrano, mentre invece ne stanno mangiando uno importato dall'Olanda e da altri paesi che ora mi sfuggono.
Non si è nemmeno sognata di dedicare un pensiero a questi piccoli sventurati, o di mettere in discussione l'idea che sia eticamente giusto mangiare qualcuno. Sì, perché quei maialini erano qualcuno. Erano degli individui, dei cuccioli per di più.
Quello che a me dà veramente fastidio è questa freddezza con cui si discute dei prodotti di origine animale. Voglio dire, se ne parla escludendo completamente l'idea stessa che quei prodotti, quelle prelibatezze baluardo del food made in Italy, sono pezzi di carne di un individuo. Un qualcuno allevato e ucciso per finire sulle nostre tavole.
Sarebbe bello se i prosciutti crescessero sugli alberi, o i wurstel dalla terra, tipo le carote, o dire, guarda, esco nell'orto a raccogliere la bresaola. Sembra così, non è vero, guardando tanti spot televisivi? Una visione edulcorata, come le fiabe nella versione destinata ai bambini. Purtroppo sappiamo che la realtà non ha niente di bucolico e di dolce. E' piuttosto una fiaba cruenta, intrisa di sangue e sofferenza.
Alla vista di un cadavere di maialino che veniva sistemato nel banco di una macelleria, ho cambiato canale. Sono tornata a sintonizzarmi su Criminal Minds.
Che sarà cupo, ma è una finzione. Entertainment.
Mentre tutti quei maialini muoiono davvero, e vengono fatti a pezzi davvero sotto i nostri occhi che preferiscono non vedere.