martedì 21 maggio 2013

Morire tra le stelle

Avevo già parlato, tempo fa, degli animali sacrificati per la ricerca spaziale, precisamente qui.
Apprendo oggi della morte, a causa di guasti alle apparecchiature, di un gruppo di gerbilli e di un certo numero di topi, che erano stati mandati nello spazio a bordo di una capsula russa, suppongo per testare le condizioni di sopravvivenza, nell'ambito della ricerca sui viaggi spaziali.
Vorrei esprimere, ancora una volta, tutto il mio disgusto per questi sacrifici in nome della scienza. Nessuno ci dà il diritto di spedire nel nero dello spazio creature indifese, che certamente non possono dare il proprio consenso, né, aimé, rifiutarsi.
Perché non ci vanno di persona, questi scienziati, a sperimentare sulla propria persona i pericoli e l'angoscia di un viaggio lontano dalla Terra?
Naturalmente molto meglio utilizzare delle "cavie", tanto che volete che siano un po' di topi e un po' di gerbilli... sono soltanto animali da laboratorio, e dunque perfettamente sacrificabili.
Io sono favorevolissima alla ricerca, anche perché sono una persona curiosa e ritengo che non bisogna mai smettere di cercare e di imparare. Trovo in particolare affascinante il tema dei viaggi spaziali.
Ma sono anche convinta che nessun essere senziente debba lasciarci la pelle ( a meno che non se ne assuma la responsabilità, cosa che un animale non può ovviamente fare).

Ho avuto la fortuna di avere dei gerbilli, e anche un topolino. Ho cercato di dare loro una vita serena, e mi hanno ricompensata facendomi sorridere tutte le volte che li osservavo.
I gerbilli, che scorrazzavano tutte le sere nella mia stanza, mi si arrampicavano fiduciosi lungo il braccio, fino alla spalla. Mi hanno anche lasciato in ricordo un buco in parecchie calze, dato che si arrampicavano sul contenitore di stoffa dove le tenevo e in quattro e quattr'otto si mettevano all'opera con i loro dentini  :-)
Sono stati tutti dei piccoli, allegri amici vivaci, pieni di voglia di vivere e ben disposti verso le persone.

Quegli scienziati che con tanta noncuranza sacrificano questi piccoli animali, non riescono evidentemente a percepirne la magia, ciechi davanti alla meraviglia di queste piccole vivaci creature.
Un cuore arido mette al riparo da scrupoli e sofferenze, ma preclude, spesso, il dono della compassione e dell'empatia.


qui sotto i mie tre ultimi gerbilli, detti i Karamazov, visto che ad ognuno avevo dato il nome di uno dei fratelli del romanzo di Dostojevskij.
Qui penso che fosse estate, per questo dormivano sopra al tronco anziché sotto, ma senza rinunciare a stare il più vicini possibile :-)

I Karamazov


  



3 commenti:

  1. Sono profondamente indignata anch'io, cara Marty.
    Che senso ha tutto questo?
    Quando la smetteranno con la loro prepotenza infinita?
    Il raffronto con gli esperimenti condotti nei laboratori della tortura e della morte è immediato: l'inutilità della sofferenza altrui e l'assenza di risultati utili.
    Come già altre volte abbiamo, esternato noi vogliamo che gli esperimenti per gli umani siano operati sugli umani.
    Le persone possono scegliere se fare da cavie o meno, gli animali non sono messi in condizione di deciderlo!
    Non hanno il dono della parola e per questo vengono continuamente calpestati...ma chi ci crediamo di essere?!

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  2. Mi si stringe il cuore a pensare a quei topolini e gerbilli nello spazio, morti neppure sulla Terra dove sono nati... sottoscrivo il messaggio del tuo post, c'è bisogno di più empatia.

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  3. Che dire che non sia già stato detto? Sottoscrivo le tue parole, una ad una.

    Che dolci i Karamazov. :-) Troppo bellini...

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