Non vorrei essere ridontante, ma voglio ancora scrivere alcune cose su questo triste avvenimento.
Non riesco a chiudere il suo ricordo in un cassetto, e nemmeno lo voglio. Polly farà sempre parte di me.
Non è stato facile, per nessuno. Direi che trovarsi di fronte alla sua morte è stato peggio di quanto avessimo preventivato.
I giorni più duri sono stati quelli della settimana successiva, che seguivano il ponte del primo maggio.
Solo lì ci siamo davvero resi conto del vuoto che Polly ha lasciato, fisicamente (perché un cane orso quale è il Terranova, credetemi, è una presenza che C'E'), e soprattutto emotivamente.
E' strano, ma quello che mi veniva da pensare più spesso in quei primi giorni era, e ora chi si prenderà cura di lei?
Che è assurdo, mi rendo conto, ma era un pensiero costante.
Mi era difficile accettare che fosse ormai fuori della mia portata, del mio amore.
Mi ci è voluto un po' per capire che anche se fisicamente non c'è più, Polly continua a vivere nel mio ricordo, e che il bene che le volevo è sempre lì, immutato, e che in qualche modo la può raggiungere anche ora.
Il suo collare lo abbiamo appeso in studio, insieme ad un grazioso bouquet di roselline di stoffa rosa. Mi sembrava bello.
E a casa, nella mia libreria Billy, ho messo una cornice con una bella foto di me e lei insieme.
Anche se non abbiamo bisogno di questo per ricordare Polly.
La sua cuccia, adesso, è il nostro cuore.
Abbiamo pianto. Io, naturalmente. La sua padroncina M. che ha undici anni. E G. che era il suo padrone, il suo punto di riferimento. Non penso che G. abbia pianto spesso in vita sua. Questa è stata una di quelle volte.
Qualcuno potrà dire, eh, ma è stata solo la morte di un cane. Mah. Per me, per noi, è stata la morte di qualcuno che si chiamava Polly. Che non fosse un essere umano non ha reso meno doloroso il nostro lutto. Ho letto che l'unica differenza è che dalla morte di un animale domestico ci si riprende prima.
Quel suo ultimo giorno per la maggior parte del tempo ci sono stata io con lei. Noi due insieme, da sole, come tanti giorni in questi ultimi anni. Sapevo che era una delle ultime volte, se non l'ultima, come poi è stata.
Ho cercato di fare quello che mi sembrava più giusto. L'ho lasciata tranquilla il più possibile, come anche mi aveva consigliato il veterinario.
Mi sono chiesta a lungo se avrei dovuto fare qualcosa in più, qualcosa di diverso.
Sono dubbi che non hanno risposta.
Penso che viene un momento in cui li dobbiamo lasciare andare, e in fondo è tutto qui.
Ho trovato nel web una cosa che mi ha commossa molto e che ha fatto riaffiorare le lacrime nei miei occhi. Una cornice per un altro Terranova che se ne è andato, e nel legno, sopra al suo nome, una scritta: Se potessi verrei dritta in Cielo e ti riporterei a casa.
Polly, lo farei. Ritrovarti, riagganciare il tuo vecchio guinzaglio, e scendere con te per un sentiero cosparso di stelle, giù fino al nostro cortile. Tu andresti a bere, e poi ti sistemeresti sul tuo tappeto, lì dove era il tuo posto, quel posto su cui spesso, i primi giorni, mi cadeva lo sguardo, e mi colpiva la tua assenza.
Intanto, G. si è trovato con una minuscola gattina per casa. Che non voleva. Penso che fosse troppo presto. Ma ora la gattina c'è, e mi racconta che gli si è già attaccata moltissimo.
Sono certa che anche lui le voglia bene, anche se non vuole ammetterlo, e che in fondo la sua presenza sia un bene per lui.
In quanto a me, tanto ho brigato che un nuovo qualcuno peloso a settembre entrerà nella mia vita.
Nuove avventure, nuove amicizie speciali. Guardando avanti, come è giusto che sia. Senza dimenticare mai, tuttavia, quello che abbiamo perduto.
di Evelyne Laube e Nina Wehrletramite Pinterest |